La notte fonda:
un mare capovolto
tra pesci-grilli.
Poesia
In questa operosa tentazione di essere
Mi sono sentito spesso svestito
E ancor più spesso
Fragile.
Trieste confine
come Coney Island ultima fermata
ho visto tante strade non ricordo un nome
come molte carte in zona
paesaggio tirato alle lunghe
sono partita il giorno in cui viene estate
Di prima mattina
appena sveglio
bestemmio
in rima
a letto bestemmio
nel cesso
mentre bevo il caffè
Nella piazza del paese,
protetti dalla chiesa in pietra e dai tavolini,
si rincorrono i bambini,
mentre un cane si azzuffa con quello di un turista.
L'eco è una rispondenza che dimentica
la sua sorgente, la trasforma contro
la volontà del fabbro. Controllare
le parole è difficile, impossibile
trattenere le redini dei loro
Nominare gli alberi,
come creature viventi,
è alimento per la mia anima
e l’anima del mondo.
Regina era la principessa
delle donne senza patria,
Compie gli anni e disegna
cose d’oro senza prezzo.
- Forte è come il mare
che navigato male
inghiotte col suo pianto
e resta intatto – han detto a me.
Gli occhi trascinano
lettere scritte
un mattone sotto l’altro;
ranuncoli preservano
la memoria incolta,
numeri di città:
sono amara
fili di te
sul sofà
di fiocchi di neve
spacchetti la storia
inciampo nel sonno
ma dal mio silenzio ti chiamo
Io
sempre stato
delicato.
Voi
donne-diavoli
senza
sensibilità
mi avete ammu
il fiume
respira
su tonde pietre
e
prosegue dentro
il tuo nome trasparente
sospensione
di una notte
stretta
Punto
il punto è che
questo non è il punto
punto e a capo
giustapPunto
mettere un punto
il punto della situazione
puntini puntini
Scriverti piangendo su questo rullo,
scriverti delle carrozze
che sbandano e tutti ridono,
scriverti dei bambini che sfuggono,
scriverti di cento pozze
in cui non sempre si muore