Le luci
Se solitaria nel tuo romitorio,
ove su assi di abete
file di diosperi
attendono la luce d'ottobre,
tenti col tuo indice destro,
di muovere l'arida bacca
dai tuoi scartafacci,
è forse per interrompere
l'immobilità del pensiero?
Si stira il gatto
sulla poltrona di peltro
che sa di ginepro,
allunga una zampa,
ritrae l'altra,
ora inarca la schiena.
Contempla sonnacchioso,
semiaperto l'occhio,
la tranquillità:
la finestra, i riquadri gialli,
pochi e anneriti fuochi...
Si riposa,
lento, sul cuscino,
tenta gli arabeschi,
e ricade.
Forse provi
un sembiante
fra gli sketches e i drawings
della Kunsthaus di Zurigo,
ne sostieni linee
spazi,
la conversazione,
i convenevoli.
E fuori piove.
Forse sarà inverno,
non ancora.
Maurizio Masi