Il dottor Caligari e zio Sam
Il dottor Caligari detesta l’America, ma Trump non c’entra niente.
“Detesto gli Stati Uniti, questo deve essere chiaro” dice a volte, capriccioso, quasi come se uno volesse convincerlo del contrario.
“Odio l’America e tutto ciò che contiene” ribadisce.
Inutile provare a chiedergli il perché.
Una volta il dottor Caligari m’ha risposto: “La considero solo una bizzarra piattaforma che tanto tempo fa si è staccata da Pangea e ora viaggia verso Occidente alla deriva”.
Un’altra volta ancora l’ho provocato e ho tentato di argomentare: “Eppure qualcosa di buono gli americani l’hanno fatto: pensi al 25 aprile”.
Non l’avessi mai detto. Il dottor Caligari mi ha spiattellato la filastrocca completa: “Disprezzo quella doppia faccia dell’America: bigotta e permissiva, salutista e obesa... Detesto l’America, pacifista e accanita come un giocatore di Risiko. Depressa per stato e fiduciosa nel futuro per decreto presidenziale. Detesto gli americani. Così retorici, così melensi”.
Quella volta davvero ho temuto per la sua salute. Il dottor Caligari ha preso a sudare. Io gli ho offerto un bicchiere d’acqua. Mi pareva la cosa più naturale. Ma lui mi ha allontanato il braccio. Ha estratto un vecchio e fazzoletto di seta con quadretti bianchi e verdi. E ha ripreso dopo un attimo di sosta: “Caro il mio Edoardo, a sentir loro viviamo tutti in un film di Frank Capra. Solo che ti giri intorno e di James Stewart e della sua mogliettina non scorgi neppure l’ombra.Tu li vedi? Dimmi, li vedi? Io no”.
Stamane ho insistito, cercando almeno di farlo rinsavire: “Dottore, ma li odia davvero tutti gli americani?” ho domandato.
Lui prima ha annuito. Poi ha spiegato, singolarmente sereno: “Tutti, proprio tutti, no”.
“Ah, ecco: volevo ben dire” gli ho ribadito io.
“Tutti tranne due” ha distinto il dottor Caligari. Poi con l’aiuto del pollice e dell’indice della mano destra ha spiegato: “Bruce Springsteen e Pete Seeger. Springsteen non c’è motivo di dire perché. E Seeger...”.
Mentre scandiva quel nome è tornato a rabbuiarsi il dottor Caligari. E ha concluso: “Ma no, pure lui per me può andare al diavolo. Faceva l’anti-retorico e l’anti-imperalista, ma poi ammantava quelle sue ballate al tempo di marcette: praticamente una contraddizione di termini. Dove sono finiti tutti i fiori?”.
Dunque è chiaro: il dottor Caligari detesta l’America e gli americani. Sebbene talvolta, di tanto in tanto, mi accada di vederlo catturato dalle immagini dei giocatori della Nba in tv.
Corrado Castiglione
Corrado Castiglione natonel 1963 vive e lavora a Napoli nel 1963. Giornalista professionista, è vice-caposervizio al Mattino. Nel 2016 ha pubblicato insieme a Sergio Russo il romanzo “Oliver e altri migranti” (GoWare, Firenze). Nel 2015 ha scritto “La camicia di Spinoza” (Rivista Effe numero 4). Ha pubblicato due raccolte di racconti: “Vedi Napoli e poi niente” (GoWare, Firenze 2014) e “Sette storie di fine millennio” (Phoebus, Napoli 2001). Ha scritto “Gli spiriti del Castellione” in “Minori a Napoli” (AA.VV., Irs Campania, Napoli 2011). Il suo esordio narrativo con “Vennero su vivi”, nell’antologia “I racconti dell’Apocalisse” a cura di Fulvio Panzeri e Roberto Righetto (Sei, Torino 1996).