Casa
Quando lui entrò in quella casa la prima volta, quello era un luogo di culto per un fantasma precedente, un ubriaco, un profeta catalano, questa fu la prima impressione.
Nella casa viveva anche la sorella più grande, Marta, che era capricorno e a volte era difficile. Ci viveva anche un altro uomo, il ragazzo di Marta, in quell’epoca di sacrifici, nell’epoca della prima visione, e lei, oggetto dell’amore, ignorando lui e ignorando l’altro uomo e la sorella, si muoveva rapida nel corridoio completamente nuda, come se la cosa fosse un evento fuori dal tempo, come se Casa fosse anche questa nudità, che lui non capiva, ma amò. Il tempio si svuotò di scritte tragiche e comparvero nuovi feticci, i feticci di Tutte-le-Fortune, che però nella suo esser presente, non poteva che trovare ridondanti e sentirsi sempre un po’ di troppo.
Gli anni passarono e tutto era segnato dalle partenze, dall’oceano, dai kilometri e così quella casa. L’umido e il secco, zanzare anche d’inverno.