Off Furniture
A person enters a hotel in hopes of a break from the wearisome whirlwind of travel, refuge from a marital squabble, or the prying eyes of the world. Hotel guests expect quiet, cleanliness, comfort, and politeness from the staff, a reassuring atmosphere. The guest who’s just arrived looks around the lobby while the clerk checks the documents, does the paperwork and selects the appropriate key.
Something's wrong. It isn't the building itself, which seems structurally sound. The lobby is pleasantly proportioned. The paintings on the walls are innocuous. The wallpaper and carpets are mutedly self-effacing. There's a quaint wooden telephone booth in a corner near the restroom. The disquiet lies in the furniture.
The furniture is off.
These objects, supposedly intended for use and not as decoration, have an inhospitable air about them. They do not say, sit on me, take a book from one of my shelves and read it in the warm light that shines from my friend the lamp.
Is this place really a hotel?
Up in the room, it's no better. The bed expresses lumpiness, loneliness, frigidity. The closet opens like a bored yawn. The TV only shows old films whose performers have all passed on. The stationery on the miserly desk was purchased at another hotel's going-out-of-business sale. Look at the address: Rue Lumière, Casablanca.
Wherever you thought you were, this isn’t the right place.
***
Arredamento alienante
Una persona entra in un hotel. Vorrebbe trovare un rifugio dai gorghi e vortici stancanti del viaggiare, dai litigi coniugali, gli occhi indagatori del mondo. Un ospite d'albergo si aspetta tranquillità, pulizia, un personale cortese e solerte, un'atmosfera rassicurante. L'ospite appena arrivato si guarda attorno mentre l'addetto all'accoglienza controlla il documento, scrive nel registro e seleziona la chiave.
Qualcosa non va. Non è la struttura stessa, che sembra solida. Le proporzioni della sala sono piacevoli. I quadri alle pareti sono inoffensivi. La carta da parati e la moquette sono auto ironiche. C'è una pittoresca cabina telefonica nell'angolo accanto ai servizi. L'inquietudine sta nei mobili.
Questi oggetti, in teoria fatti per essere usati e non come ornamento, hanno un'aria inospitale. Non dicono, siediti su di me, prendi un libro da uno dei miei scaffali e leggilo nella luce emanata dal mio amico lampione.
Ma questo posto davvero è un hotel?
Di sopra nella stanza le cose non vanno meglio, anzi. Il letto esprime grumosità, solitudine, gelo. L'armadio si apre come uno sbadiglio annoiato. La cartoleria sulla misera scrivania è stata comprata all'asta fallimentare di un altro hotel. Guarda l'indirizzo: Rue Lumière, Casablanca.
Dovunque credevi di essere, questo non è il posto giusto.