A Pink Hotel

A friend writes from New York:

There wasn't much acceptance where I came from. I mean, for the way I was.

When I made up my mind to escape hometown life, I didn't know where or how the trip would end. I figured I'd just start over wherever whoever gave me a lift was headed.

No one stopped.I didn't fit the average hitchhiker description. So I walked back into town and boarded a bus bound for the big city. This didn't leave me with much cash.

Outside the Port Authority Bus Station, on 8th Avenue, no one knew who I was, or cared. Fate had dumped me in a place where I didn't look out of place, and this felt like freedom.

So I headed downtown, to where the free people I'd heard about lived. When my high heels couldn't go any further, I was standing in front of a hotel. The joint looked pretty awful from the outside, but when I told my story to the guy behind the counter, he said I could stay for free until I figured out what to do with my new life.

That was the first time anyone had any faith in me.

A cell in a dingy flophouse became both home and workplace. Maurice the friendly clerk only took 25% of my earnings, and almost never batted me around. It was too good to last.

Maurice the Receptionist, R.I.P.

Unfortunately, he passed away recently. The new management won’t give me the same deal he did, or the love.

Turns out life is a round-trip affair. Maybe the folks at home'll take me back the way I am now.

A member of the heartless new management hides his face. I refuse to hide mine.

***

Un albergo rosa

Abbiamo ricevuto una lettera da NewYork:

Non c'era molta inclusività nel mio paesino. Intendo, per come ero.

Quando decisi di andarmene, non sapevo dove o come sarebbe finito il viaggio. Avrei ricominciato ovunque mi avrebbe lasciato chiunque mi offriva un passaggio .

Nessuno si fermò, forse per via del mio aspetto. Tornai nella cittadina e salii a bordo di una corriera diretta alla metropoli.

Fuori dalla stazione degli autobus, sulla 8a Avenue, nessuno sapeva chi ero e non gliene importava nulla. Il destino mi aveva mollato in un posto dove non sembravo fuori posto. Era una botta di libertà.

Mi diressi a sud, dove abitava la gente libera di cui avevo sentito parlare. Quando i miei tacchi alti non ce la facevano più mi trovavo davanti a un hotel. Da fuori sembrava squallido ma quando raccontai la mia storia al tipo dietro il banco disse che potevo stare gratis fin quando non avevo capito cosa fare della mia nuova vita.

Era la prima volta che qualcuno aveva avuto fiducia in me.

Quella stamberga diventò casa e posto di lavoro. Maurice l'addetto alla reception mi prendeva solo il 25% dei guadagni e non mi menava quasi mai. Era troppo bello per durare.

Quel vecchio bastardo di un Maurice, pace all'anima sua.

Purtroppo lui è morto di recente. La nuova gestione non mi accorderà la stessa sistemazione, né l'amore.

Risulta che la vita è un viaggio andata e ritorno. Chissà se i miei vecchi compaesani mi riprenderanno come sono ora.

matthew licht