Another Four Guests
"Mr Smith"
His owner, a New York transplant, roamed the corrupt Old Continent in search of suitable hostelry. "We need to stay in one place for a while, you see, maybe even for a long time. And we might not always be able to pay. Noise might also be a problem: Mr Smith is plagued by several respiratory illnesses. The cleaning staff must be willing to work harder, and be they should be less fussy than average."
The pair soon found that they weren't welcome everywhere. But all they needed was one snug harbor. When this was finally found, the work began. Like the little bird who preceded him, the old dog inspired his master to create graceful drawings and fabulous jewels.
When the work sold, and fabulously well, The Grand Hotel sent a telegram to express their desire to take them in. Mr Smith declined, through his human familiar. "We're happy where we are. The pin-up that was on the wall when we moved in gushes the milk of human kindness."
Mademoiselle Without-a-Face
She enters the lobby, stares off into the distance, whips past the Reception Desk, grabs her key and is gone. She's always impeccably dressed, and runway models would sell their souls to be allowed to imitate her walk. No one at the Hotel knows what, if anything, she does for a living, but she settles her bills on time and has a reputation as a generous tipper. She leaves hand-written Thank You notes with the mint-condition banknotes and shiny coins on her bedside table.
M. Fleur
A retired pornographer who drifted to the City of Lights to wine and dine himself to death, Fleur found his true calling in puppetry.
He set up his own little theater, built from industrial scrap, in the Place de l'Optimiste.
"Can't explain it," he says. "The little kids who live here can't get enough of this garbage. I try to scare them, make them cry, get them to ask their parents uncomfortable questions when the show's over. But they always come back for more. The whims of the Muse are inexplicable. She will no doubt reveal herself to be a cruel mistress, in the end."
He's been a resident of the Hôtel La Nouvelle Orléans for well over a decade, and has no plan to leave. "Let's face it, at this stage of the game it's just a question of when the little green baize curtain falls forever. What're all those crazy children gonna do then?"
The Girl Who Loves Old Men
She wanders the metropolis in search of the lonely, the no longer useful to society, the disappointed. "They all had their dreams, once. That's what I'm looking for. Dreams that never came true."
She finds them in derelict hotels. Dressed in what was once their best, they wait. For what? For her.
Receptionists never tell her that non-guests aren't allowed upstairs. They never ask why the old men never come back down when whatever she does with or to them is done.
***
Quattro ospiti ancora
"Mr Smith"
Il suo padrone, un emigrato newyorchese, vagò a lungo per il vecchio, corrotto continente in cerca di rifugio. "Dobbiamo stare qualche tempo in un posto, vede, per un periodo indeterminato. E forse non saremo sempre in grado di pagare. A volte faremo rumore: Mr Smith è afflitto da diverse malattie respiratorie. Gli addetti alle pulizie dovranno lavorare di più, e dovranno essere per giunta meno schifiltosi della media."
La coppia scoprì presto di non essere ovunque i benvenuti. Ma occorreva un solo porto sicuro. Quando l’ebbero trovato, incominciò il lavoro. Come l'uccellino che l'aveva preceduto, il vecchio cane ispirò il maestro a creare graziosi disegni e favolosi gioielli. Le collezioni spiccarono il volo, vendettero meravigliosamente bene.
Grand Hotel era lieto di accoglierli, a quel punto. Lo dissero in un telegramma. Mr Smith rifiutò l'invito tramite il suo amico umano. "Stiamo bene dove stiamo. La musa che abbiamo trovato in camera quando ci siamo installati secerne il latte della bontà umana."
Mademoiselle-sans-visage
Entra nella hall fissando il vuoto, passa di gran carriera per la Reception, afferra la chiave della sua stanza e sparisce. Sempre elegantemente vestita, le modelle di passerella venderebbero le loro anime pur di poter imitare la sua falcata. Nessuno sa cosa fa per guadagnarsi la vita. Forse nulla. Ma paga puntualmente la pigione e le altre fatture, ed è generosa con le mance. Nella stanza all'ultimo piano, sul comò accanto al letto, insieme alle banconote stirate e monete scintillanti, lascia biglietti scritti a mano per ringraziare il personale addetto alle pulizie.
M. Fleur
Pornografo in pensione trasferitosi alla Ville Lumière con l’intenzione di suicidarsi tra cibi pesanti e vini forti, Fleur ha scoperto invece un nuovo mestiere nel teatro dei burattini.
Ha fondato un proprio piccolo teatro, costruito con materiali di recupero, nella storica Place de l'Optimiste.
"Non riesco a spiegarlo," dice. "I bambini che vivono qui non si stancano mai di queste cazzate. Cerco di spaventarli, farli piangere, costringerli a fare domande imbarazzanti ai loro genitori quando finisce la commedia. Eppure tornano sempre. I capricci della Musa sono inspiegabili. Sicuramente alla fine si rivelerà una padrona crudele.”
Residente da molti anni all'Hotel La Nouvelle Orléans, non ha intenzione di cambiare dimora. "Ammettiamolo, a questo punto è solo questione di quando calerà il sipario verde. Cosa faranno allora tutti quei bambini pazzi?"
La ragazza che ama i vecchietti
Vaga per le strade in cerca dei “solitudinari,” i non più utili alla società, i delusi. "Hanno avuto tutti dei sogni. È questo che cerco: sogni mai avverati."
Li trova nei decrepiti alberghi di quartieri in degrado. Vestiti di tutto punto, aspettano. Aspettano lei.
Gli addetti alla Reception non le dicono mai che le ospiti non registrati non possono salire ai piani superiori. Né chiedono perché gli anziani che l'accolgono di sopra non tornano più di sotto quando lei ha finito di fare ciò che gli fa.