Hotel Goddess Anita Brookner

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She said she was the loneliest woman in world, or maybe just England. 

After she’d established herself as a professor of Art History at such fancy-pants places of learning as Cambridge and the Courtauld Institute, she began to write novels, most of them about lonely women. 

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One of her best, Hotel du Lac, won the Man Booker Prize (the UK version of an Oscar, but for books) the same year that J.G. Ballard’s action-packed Empire of the Sun was the heavy favorite. 

Hotel Kranepool made light of this literary upset in an archaic episode.

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Guests occasionally leave copies of Brookner’s novels in their rooms. The “abandoned books” shelf in the lobby is perused and pilfered by Kranepool employees more often than might be suspected. The belowstairs scuttlebutt is unanimous: Brookner’s books are first-rate fiction. She richly deserved all her honors and prizes. 

The highest tribute a hotel can bestow is to name Suites after celebrity regular guests. Since Anita Brookner once sorta stayed here at the Kranepool, Suite 1690 will henceforth be known as the Anita Brookner Suite. 

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She might not’ve been quite so lonely if she’d stayed here instead of at those impeccable but rather dreary hotels in Switzerland and the south of France where she took her lonesome holidays.

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Dea d’hotel Anita Brookner

Diceva di essere la donna più sola del mondo, o forse dell’Inghilterra. 

Dopo essersi stabilita come professoressa di storia dell’arte a Cambridge e al Courtauld Institute cominciò a scrivere romanzi, molti dei quali trattano di donne solitarie.

Uno di questi, Hotel du Lac, ha vinto il premio Man Booker lo stesso anno in cui L’impero del sole di J.G. Ballard era di gran lunga il favorito.

Hotel Kranepool è uscito satirico su questo vetusto episodio letterario.

I graditi ospiti lasciano ogni tanto delle copie dei libri della Brookner nelle loro stanze. Finiscono nell’apposito scaffale nella hall, che viene perlustrato dagli impiegati più di quanto si tenderebbe a pensare. I consensi sentiti durante le loro pause pranzo/sigaretta/bagno sono unanimi: la Brookner è una somma autrice di narrativa, meritevole di tutti gli onori e premi di cui fu insignita.

La più alta lode che un hotel può conferire è di dare alle proprie Suite i nomi degli ospiti famosi. Visto che Anita Brookner è stata per modo di dire una gradita ospite qui al Kranepool, da ora in poi la Suite 1690 si chiamerà la Anita Brookner Suite.

Forse non si sarebbe sentita così sola se avesse alloggiato qui anziché in quegli alberghi impeccabili ma alquanto truci ine Svizzera o al sud della Francia dove era solita passare le solitarie vacanze.

matthew licht