Motel Divine

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Despite all the manufactured glamour and glitter, making movies is a business in the end. Fame and ravishing good looks don’t last. Today’s stars had better provide themselves with a hedge against the cold, silent years ahead.

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There are people still alive who know all the dialogues in Pink Flamingos by heart. Not many of them, however, would guess that Divine invested a healthy chunk of her film earnings in a motel, and those few would be surprised to discover that the place isn’t equipped with two-way mirrors in the toilets. There’s no enema salon, no thrift shop in the lobby, not a speck of Divine memorabilia anywhere.

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“She kinda shot herself in the cha-cha heel,” says Motel Divine’s long-time manager, Alvin Kluster. “She ought’ve exploited her underground bona fides. We’d’a had gangs of beatniks coming around to stage their kooky fashion shows and mayonnaise parties. Instead, we get religious groups who don’t even know where the joint’s name came from. Not that there’s anything wrong with religious groups.”

Divine never set foot in her motel, according to Manager Kluster. She just signed and deposited the checks, approved the occasional repairs and renovations and went about her glittering trashy life. 

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“When s/he hired me—which was the only time we ever met in person, unfortunately—s/he said, ‘I want this to be a place where a person can feel like they’re at their grandparents’ house, before the old creeps went nuts and smelled of pee.’”

The only nod to Motel Divine’s origins is a plastic wading bird that stands on wire legs behind a shrubbery just outside the lobby and doesn’t look even slightly out-of-place.

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Motelisti anonimi

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Dodici scale conducono all’entrata. La hall profuma di vita normale. I pochi mobili sono comodi, le immagini appese alle sue pareti confortanti. I prezzi sono modici e le stanze tutte identiche rasentano la sterilità. 

L’anonima fondatrice dell’Anonimo Motel

L’anonima fondatrice dell’Anonimo Motel

Un celebre ospite anonimo

Un celebre ospite anonimo

Una particolarità è l’assenza di registro sul banco della Reception. Qui nessuno deve firmare niente. Il pagamento si effettua solo in contante. 

La piscina, oggetto di curiosità.

La piscina, oggetto di curiosità.

Gli ospiti dell’Anonimo Motel hanno esagerato là fuori nel mondo. Si sono divertiti troppo, hanno dato eccessivo sfogo ai loro istinti. Sentono bisogno di calma normalità.  

Gli specchi sono dotati di filtri che rendono visibili le aure degli specchiati. Se un ospite arriva al Motel Anonimo e si vede contornato di nero, rosso o blu marino, può, mediante riposo, dieta sana e clisteri di acqua minerale, cangiare il proprio spettro in blu celeste o giallo canarino. 

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L’Anonimo è pieno di silenzio e luce. Entrambi elementi pervadono i corpi grossolani degli ospiti. L’assenza di rumore prende radice, mentre la luminosità scaturisce da occhi, narici, bocche, ani e vagine.

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Avviene che chi arriva in macchina parta a piedi, abbandonando nell’ampio parcheggio dell’Anonimo il mezzo a scoppio interno. Questi veicoli vengono venduti all’asta e il ricavato è versato a favore di enti che piantono alberi in quei luoghi dove scarseggia l’ombra.

matthew licht