Dirty Hotel Memories
A friend writes from the Coast:
The first hotel I ever stayed at was somewhere near Lake Tahoe. I was about twelve years old. My folks had decided to get divorced, so they left me in the room most of the time. I’d head out to the pool, where there were always some bored-looking ladies in bikinis flaked out on the deck chairs.
The TV in our room wasn’t working too well. The old creep in the lobby wouldn’t let me change the channel to watch cartoons, so I sat on a lounger and stared at him. At some point he put down his magazine, put the Be Right Back sign on the Reception Desk, and exited. To the toilet, I thought, and it wasn’t a pleasant thought.
Wherever he’d gone, he stayed there a long time. Finally I got up to take a peek at what he’d been reading so intently, and wasn’t surprised to see that it was what my old man called cheesecake.
The feeling this first glimpse of adult nudity aroused wasn’t exactly sexual. The women in the magazine looked exactly how I wanted to be when I grew up. Needless to say, I swiped the dirty mag and went back to our room.
My father came back to the hotel by himself and caught me reading smut. “This stuff’s for boys,” he said, and confiscated the material. It’s possible he returned it to the scruggly hotel clerk, but I don’t think so. We left the next morning and I never saw my mother again.
Last weekend, my girlfriend Sheila and I were at a Flea Market, and I saw the same issue of Tiger Sweat in a cardboard box. The old creep in the folding chair wanted twenty bucks for it. That seemed like too much. But when we got home, Sheila pulled the magazine out of the back of her shorts and handed it over.
“Couldn’t resist,” she said. “That greedy bastard brought out my inner shoplifter. You’re in this magazine somewhere, aren’t you?”
***
Sporchi ricordi d’hotel
Abbiamo ricevuto per posta una busta contenente vecchie pagine patinate e questa lettera:
Soggiornai per la prima volta in un hotel quando avevo dodici anni, in un posto vicino a Lake Tahoe. I miei avevano deciso di divorziare, quindi mi lasciavano spesso da sola nella stanza. Ogni tanto andavo alla piscina, dove c’erano sempre diverse donne annoiate in bikini svaccate sulle sdraio.
La tivù nella stanza non funzionava bene. Il vecchio stronzo nella hall non voleva lasciarmi cambiare canale per guardare i cartoni animati, quindi mi sedetti su una poltrona e lo fissai. A un certo punto buttò giù la sua rivista, mise sul banco l’insegna Torno Subito e uscì. Per andare in bagno, pensai, e non era un bel pensiero.
Ovunque fosse andato, vi rimase a lungo. Andai a sbirciare ciò che leggeva con tanta concentrazione. Era una rivista di donne nude. Che sorpresa.
L’emozione che suscitarono quegli scatti indecenti non era proprio sessuale. Le donne sulle pagine erano esattamente come volevo essere io da adulta. Arraffai la rivista e tornai in camera.
Mio padre tornò all’hotel da solo, mi scoprì a leggere pornografia e si arrabbiò. “Questa è roba per ragazzi,” disse, e confiscò il materiale. Non credo che l’abbia ridato al tipaccio della reception. Siamo partiti la mattina dopo e mia madre non la rividi mai più.
Sabato scorso ero al mercato delle pulci con la mia compagna Sheila, e ho rivisto quel fatidico numero di Tiger Sweat in una scatola di cartone. Il vecchio porco nella sedia pieghevole voleva venti dollari. Mi sembrava assolutamente troppo. Ma quando tornammo a casa, Sheila tirò la rivista dai calzoncini e me la diede.
“Non ho saputo resistere,” disse. “Quel bastardo avaro mi ha fatta tornare cleptomane. Dentro la rivista ci sei tu da qualche parte, vero?”