Still Life, 1928

The Founder’s wife, 1890s

A retired colleague writes from Coney Island:

No one could remember exactly why the Old Guy was allowed to occupy the Presidential Suite (what a joke) for absolutely free for as long as he lived. Rumor had it he was the Founder's wife's fancy man.

He rode the Subway into town to take his meals, and was always impeccably turned out, even when his personal hygiene had fallen by the wayside. What is it about hot water and toothpaste that frightens old codgers so?

An old guy on the town

Towards the end, the Old Guy became reclusive to the point of monasticism. If he took food, no one saw it.

Evil smells from the Penthouse were nothing new. It’s possible a week or two went by before Maid Service went in. No one screamed. Everything was in order, strangely.

The Old Guy had arranged himself on the swaybacked King-Size bed dressed in his best tuxedo, the remains of his hair brushed and pomaded, an ironic Calla lily in his boutonniere. He was surrounded by a lifetime's worth of fond memories, in pictures. 

The Old Guy had some arrangement with the Half Moon Hotel, apparently. He used his charm on visiting actresses, opera singers, burlesque heroines, convinced them to stay here and pose for publicity snapshots. The nudie pictures were either for private consumption or for the delight of the Founder, and probably also for those (rare) well-heeled guests who enjoyed the female form in all its variety. 

I was just a bellboy then. The Manager drafted me for extreme sanitation. "The maids get skittish around jobs like this," he said.

No problem. I stripped down to my undershirt, tied a handkerchief around my nose and mouth and cleared the room.

The pictures, although ancient, were kind of beautiful. I set them aside. Everything else went down to the incinerator. 

The Old Guy was undocumented. If he had family somewhere, he left no indications. The Manager suggested I butcher the Old Guy and sweep him off to the incinerator as well, to save trouble with the Police and the expense of mortuary services. I refused. The Old Guy had this odd dignity about him, even in death. That night, I gently folded his remains into Housekeeping's wheelbarrow and rolled him down the Boardwalk for the last time, all the way to the end of the long pier. His last words were expressed in bubbles that burst quietly.

The Half Moon Hotel, in happier times

Perhaps out of respect, I sat on the pier till dawn. The waves danced in the early morning light like pale women dressed in diaphanous gowns. 

***

Natura morta, 1928

Un collega in pensione ci scrive da Coney Island, New York:

Nessuno si ricordava perché al vecchio era stato concesso di poter restare a scrocco nella Suite Esecutiva a vita natural durante. Si diceva che fosse l'amante del fondatore del Half Moon Hotel. 

La moglie del fondatore

Prendeva i pasti in città. Ci andava con la ferrovia metropolitana. Era sempre elegantemente vestito, anche verso la fine quando si curava poco dell'igiene personale. Perché acqua calda e dentifricio spaventano così tanto gli anziani?

Il vecchio ogni tanto si sedeva per qualche minuto nella hall.

In ogni caso il vecchio diventò solitario, praticamente un eremita. Se si nutriva, nessuno l'ha notato. 

Il tanfo diabolico che si spandeva dalla sua stanza non era nulla di nuovo, quindi sarà passato un bel po’ di tempo prima che entrassero le cameriere. Nessuna di loro gridò. La stanza, stranamente, era in ordine.

Il vecchio si era sistemato sul vecchio letto sfasciato in smoking. Era pettinato e aveva messo un ironico fiore bianco all'occhiello. Era circondato da felici ricordi in fotografie.  

Il vecchio si era messo d'accordo in qualche modo con la gestione del Half Moon Hotel. Esercitava il suo fascino su attrici, cantanti e ragazze del coro in visita. Le convinceva a soggiornare qui e mettersi in posa per foto pubblicitarie. I nudi erano per la collezione del fondatore, ma quasi sicuramente anche per certi rari clienti ricchi ammiratori della femminilità in tutte le sue forme.

Il vecchio Half Moon Hotel

A quei tempi ero solo un facchino. Il manager mi affidò le pulizie estreme. "Le cameriere si impressionano a fare quei lavori lì."

Nessun problema. Mi spogliai a canottiera, legai un fazzoletto attorno a naso e bocca e sgomberai la stanza.

Le fotografie erano belle, anche se di un gusto fuori moda. Le misi a parte. Tutto il resto finì nell'inceneritore in cantina.

Il vecchio non aveva documenti, e se aveva famiglia da qualche parte non ne lasciò alcuna traccia. Il manager suggerì che conveniva squartare il cadavere e consegnare anche lui all'inceneritore, per evitare possibili guai con la Polizia e risparmiare le spese di un funerale. Rifiutai. Il vecchio aveva una sua dignità, e meritava rispetto anche da morto. Quella notte lo caricai con dolcezza su una carriola e lo portai a spasso sul Boardwalk per l’ultima volta, fino al pontile lungo. I suoi ultimi pensieri erano bolle che scoppiettarono in silenzio alla superficie. 

Rimasi sul molo fino all'alba. Le onde danzarono nella luce di primo mattino come pallide donne vestite di diafane gonne. 

matthew licht