L’hotel degli amori impossibili

Dove ogni Suite ha una triste storia da raccontare…

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Suite 131: Lei non gliela dava. 
In compenso la dava e come ai suoi amici.
 Alla fine l’idea cominciò a piacergli. Avrebbe voluto guardare, e glielo propose.
 Per fargli ancora più male, lei smise di darla, punto.
 Per togliersi la voglia si masturbava davanti uno specchio. 

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Suite 62: Quando lui aveva dodici anni, venne a scuola una nuova ragazza. Una voce gli disse, “La vedi, quella? Sarai innamorato di lei per tutta la vita, ma tra voi due non funzionerà mai.” E così è stato. Meglio non prestare attenzione a certe voci. Meglio ancora non sentirle affatto. Sentire voci è un sintomo della schizofrenia. 

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Suite 411: Lui era alcolista. 
Lei era tossicomane. 
Lui era della Bilancia. Lei era dello Scorpione, quindi il loro amore era impossibile. Ma questa storia ha un lieto fine: lui la convinse a mollare la droga. I superalcolici no-logo dei supermercati costano poco. Ne bevvero insieme.

Lei smise di prostituirsi. 
Lui smise di sfruttarle la prostituzione.
 Lei da ubriaca era una vera arpìa. Da quando aveva smesso di fare il magnaccia, non gli si drizzava più.
 Ma vissero comunque felici e contenti: lui a Poggibonsi, lei a Grosseto. Morirono entrambi di cirrosi epatica: lui sotto il sotto il segno del Capricorno, lei sotto i Gemelli. 

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Suite 302: Lui non le regalava fiori. Lei ne avrebbe voluti. 
Lui era buddista: i fiori recisi lo mettevano in depressione spirituale.
 Lei non si metteva le mutandine col buco, né i reggiseni per l’allattamento e le calze per le varici che lui si ostinava a regalarle. Secondo lei sarebbe dovuto bastargli vederla nuda.
 Non gli bastava. 

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Suite 55: Si conobbero ad un club per cuori solitari. Lui, appena la vide, si masturbò. 
Lei, per adempire alle regole del club, issò la minigonna. Ma per lei non funzionava: questione di pelle, d’odori, di mancata lubrificazione. Lui raggiunse l’orgasmo in meno di un minuto, un record. Per lei invece era il presagio di una vita di coppia poco soddisfacente. 

L’addetto alle pulizie del club, un musulmano dalla pelle scurissima, accorse per passare lo straccio. Il materiale genetico umano è viscido. Sbrodolato per terra può provocare infortuni. Lei, vedendolo all’opera, se ne innamorò. Si slogò quasi il polso sditalinandosi. Sul pavimento attorno a lei si sparse una pozzanghera profumata. Lui ci mise poco a ripulirla. Via, via tutti questi rimasugli d’amore pericolosi. Non la guardò nemmeno, nonostante lei venisse scossa da un orgasmo sismico. Nel suo paese manteneva quattro mogli, e aveva parecchi bambini da sfamare. 

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Suite 79: Erano gemelli.
 Lui era perdutamente innamorato di sua sorella, dei tabù sull’incesto se ne fregava. Futilmente le ripeteva che potevano adottare bambini per non far nascere futuri serial killer. “Non sei il mio tipo,” rispondeva sempre lei. “Sei solo il mio tipo genetico. Tutt’al più potresti donarmi sangue, o midollo osseo.” 

Ma lui non si sparò un colpo. Si tagliò le vene. 

***

The Impossible Love Hotel

Where every Suite has a sad story to tell…

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Suite 208: She wasn’t giving him any sex. On the other hand, she gave his friends plenty. He got to like the idea. He told her he wanted to watch. This upset her, to the point where she ceased all sexual activity. Whenever the urge came, she took care of herself in front of a mirror.

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Suite 49: When he was twelve years old, a new girl showed up at school, and a voice said, “See her? You’ll be in love with her for the rest of your life, but it’ll never work out between the two of you.” And that’s how it went. It’s better not to pay attention to certain voices. Better yet if you didn’t have to hear them at all. Hearing voices is associated with schizophrenia. 

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Suite 13: He never gave her flowers. She would’ve liked him to.

He was Buddhist, and cut flowers sent him into a spiritual depression. 

She refused to wear the see-through panties, the nursing bras and pressure-stockings he insisted on giving her. She thought it ought to be enough for him to see her naked.

It wasn’t.

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Suite 401k: They met at a lonely hearts club. When he saw her, he had instant safe sex with himself. In accordance with the club’s rules, she hoisted her miniskirt. But she wasn’t aroused. He reached orgasm in under a minute, a personal record. She saw this as a harbinger of an unsatisfying relationship.

The club’s janitor, a dark-skinned muslim, rushed over to clean up. Viscous human genetic material on floors can lead to accidents. She watched him slosh his mop around, fell in love and nearly sprained her wrist to express her emotion. A scented puddle spread around her feet. The janitor made short work of it. He didn’t even look at her, despite the intensity of her orgasm. Back in his country, he had four wives to support and a crowd of children to feed.

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Suite 17: He was an alcoholic. She was a junkie

He was a Libra. She was a Scorpio, so their love was impossible.

He got her to kick dope, turned her on to booze instead.

She stopped hooking. He gave up the pimp business. She was a real harpie when she was drunk. He’d lost his pimp authority, and couldn’t get it up. But they lived happily ever after anyway: she in Jersey City, he in Stockton, CA. They both died of cirrhosis of the liver, he under the sign of Capricorn, she under Gemini.

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Suite 204: They were twins. He loved his sister madly, despite incest taboos. She said they’d only spawn serial killers. He said they could adopt children, but his pleas were futile. “You’re not my type,” she told him. “We’re only genetically compatible. If I ever need you, it’ll be for transfusions, or as an organ donor.”

But he didn’t blow his brains out, though. He slit his wrists.

matthew licht