Ubermodel Motel

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“Us ubermodels just wanted a place to hang out in our underwear, watch dirty movies on TV and eat hamburgers. Oh yeah, and not shave, nowhere.” –Vishnu Sassafrass, digital swimsuit goddess

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The world is made up of ordinary Joes/Janes, and famous people who avoid the crowds in order to retain their impossible glamour. The non-illustrious masses are willing—no, eager!—to pay for access to the supposed haunts of celebrities. Myriad photographs on mobile phones world-wide show wild-eyed shmoes/shmanes gettin’ a shade too close to movie-, TV- and rock stars paid handsomely to put in a personal appearance at restaurants/bars/nightclubs allegedly created for them, just for them.

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Where can luscious, terribly shy ubermodels go to be famous together and avoid the hordes who want a piece of their luscious flesh?

The Ubermodel Motel, of course.

“Stars love to shine, but it’s tiring. We needed somewhere where we can turn ourselves off.” –Booger McGrystle, Ubermodel and Adolescent Influencer CEO

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The Ubermodel Motel’s management and staff are so inured to celebrity, they pay more attention to the occasional cockroach or rat whose presence is reported by neurasthenic guests.

“These dames got two arms n’ legs, same as you n’ me. Or most of ‘um anyway. One of ‘um’s got a glass eye. Saw it floatin’ in the water glass over the sink in the bathroom of her suite. She gave me fifty thousand bucks not to tell no one, even though it’s pretty obvious.” –Br’er Foxy, UM room service steward

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The Ubermodel Motel lurks in an uncharted location. There’s no sign out front, no liveried doormen, no valet parking, no advertising, anywhere. Ubermodel guests sign non-disclosure agreements in blood. They’re so uberfamous, people like you ain’t never even heard of ‘um. You gotta raise your celebrity IQ double-digit points before they’ll deign to avoid your company.

“If some faceless nobody ever managed to show up at the Ubermodel Motel, we’d mob him/her for autographs and selflessies.” –Blair Sharkskin, ubermodel rapper

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Ubermodel Motel

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“Noi ubermodelle volevamo semplicemente un posto dove poter spaparanzarci sul divano in mutande, guardare filmini osceni in tivù e mangiare hamburger. Oh yeah, e non depilarci, da nessuna parte.” –Vishnu Sassafrass, dea digitale in bikini

Il mondo è composto da gente ordinaria e gente famosa che evita le masse per salvaguardare il proprio irraggiungibile glamour. La popolazione non illustre ha dimostrato la sua disposizione a pagare per accedere ai sedicenti luoghi delle celebrità. Miriadi di foto su telefonini in tutto il mondo mostrano stralunati fans che si mettono un po’ troppo in prossimità di stelle del cinema-tivù-rock, lautamente pagate per comparire nei ristoranti/bar/locali creati in parvenza per loro.

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Dove possono rifugiarsi le deliziose, timide ubermodelle per essere famose insieme ed evitare le orde che vogliono ingozzarsi delle loro succulenti carni?

All’Ubermodel Motel, naturalmente.

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“Alle stelle piace splendere, ma è stancante. Abbiamo bisogno di un posto dove poterci spegnere.” –Booger McGrystle, ubermodella e Adolescent Influencer CEO

La gestione e il personale dell’Umbermodel Motel sono talmente assuefatti alla fama che prestano più attenzione a qualsivoglia scarafaggio o sorcio cui presenza viene segnalata dai nevrastenici ospiti.

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“Queste bimbe hanno due braccia e due gambe. Come te e me, o quasi tutte. Una certa attrice di Netf*x ha un occhio di vetro. L’ho visto galleggiare in un bicchier d’acqua sulla mensola sopra il lavabo del bagno. Lei mi ha dato cinquantamila dollari per non dirlo a nessuno, anche se è piuttosto ovvio.” –Br’er Foxy, addetto al servizio in camera

L’UM è sito in un luogo occulto. Non c’è alcuna insegna, niente portieri in livrea, nessuna pubblicità da nessuna parte. I graditi ospiti firmano accordi di non divulgazione con il proprio sangue. Sono talmente uberfamose che quelli come te non le hanno mai sentiti nominare. Dovresti almeno quintuplicare il tuo QI celebrità prima che loro si degnino di schivarti.

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 “Se qualche anonima nullità dovesse riuscire ad entrare all’Ubermodel Motel, faremmo a gomitate per strappargli/le un autografo e/o un auto(ri)scatto.” –Blair Sharkskin, ubermodella rapper

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matthew licht