Twin Soul Hotels
The Night Porter saw a shadow move on the security camera monitor. He froze the feed from the 16th floor. A slim figure wandered down the hall, peering in at the security peepholes on the doors as she went along, as though searching for something or someone.
The wall-to-wall carpet showed through her see-through clothes and her wispy body.
‘This is no ordinary paying guest,’ the Night Porter thought. ‘She seems lost. Really lost. Time to investigate.’
He took the stairs, since the elevators at the Kranepool are hardly silent.
When he emerged from the stairwell, the wraith stood with her forehead against the ice machine, as if she meant to give it a piece of her mind.
“Uh, ‘scuse me, miss,” the Night Porter said. “Have you lost something?”
She turned and looked down the intimately-lit hall. Her eyes had no irises or pupils. The Night Porter froze.
“How’d you know?” she said.
The Night Porter pointed at the roving, blinking security camera on its swivel-platform in the corner. “May I help you find whatever it is you’re looking for?”
“You know, I don’t think you can. The loss occurred before I was born, and that was quite a while ago. I can’t stop looking, though. No matter how badly I want to. Because I know I’ll never find my other half. But still the night makes me wander from hotel to hotel.”
“Why hotels?”
“Can’t stay for free. Not anywhere. Gotta pay. For everything.”
She looked into his eyes, somehow. “You’re not one of us,” she said. “You were always alone.”
Then she was gone.
Back downstairs at the reception desk, the Night Porter covered the security monitor with a newspaper. He did this every night he was on duty for the rest of his career at the Kranepool.
***
Alberghi delle anime gemelle
Sul monitor di video-sorveglianza si muoveva un’ombra. Il portiere di notte bloccò la telecamera del sedicesimo piano. Una sagoma in minigonna vagava per il corridoio, fermandosi per guardare dentro gli spioncini di sicurezza come se cercasse qualcosa o qualcuno.
Attraverso i suoi vestiti trasparenti e il suo esile corpo si intravedeva la moquette.
‘Questa non è una tipica ospite pagante,’ pensò il portiere di notte. ‘Sembra essersi persa seriamente. Meglio indagare.’
Salì per le scale. Gli ascensori del Kranepool non sono proprio silenziosi.
Quando emerse dalla tromba delle scale, lo spettro aveva la fronte poggiata sulla macchina del ghiaccio, come se ci volesse entrare in comunicazione telepatica.
“Ehm, scusi, signorina. Ha perso qualcosa?”
Lei si girò e guardò lungo il corridoio intimamente illuminato. I suoi occhi non avevano iridi né pupille. Il portiere di notte si sentì gelare il sangue.
“Come hai fatto a saperlo?” disse lei.
Il portiere di notte indicò la telecamera itinerante con la spia che scattava a intermittenza nell’angolo in alto. “Posso aiutarti a trovare ciò che cerchi?”
“Non credo. La perdita è avvenuta prima che nascessi, e da allora sono passati lustri. Non posso smettere di cercare, per quanto lo vorrei. Perché so che non troverò mai l’altra metà di me. Ma la notte mi sospinge a vagare da hotel a hotel.”
“Perché solo gli hotel?”
“Non possiamo sostare gratis da nessuna parte. Bisogna pagare. Tutto. Sempre”
In qualche modo lo guardò negli occhi. “Non sei come noi,” disse. “Sei nato solo.”
Poi non c’era più.
Giù al banco della reception, il portiere di notte coprì il monitor di sicurezza con un giornale. Fece così per il resto della sua carriera al Kranepool.