Treasure of a Lonesome Motel
A friend writes from a town in Iowa (United States):
Although I’m not in the hotel business, I greatly enjoy your digital magazine (or whatever they’re called). I own an antiques shop. People bring me objects they’ve found, or inherited, or no longer want. I buy their things and sell ‘em for a profit. That’s only part of the job, though. I flatter myself that I’m able to discern good stuff from true junk. I’ve trained my eye at flea markets all over this great country. At auctions, I occasionally buy blind lots for the possibility of a big score. I’m not immune to thrills.
When the old Oogadagah Motel closed down, I attended the going-out-of-business sale. Furniture from the Golden Age of Motels goes for big bucks these days, depending on the condition.
The Oogadagah was a shady, end-of-town, no-tell establishment: no bar, no restaurant, no color TVs, no air-conditioning. No frills except for big mirrors, I remember. I sell quite a lot of mirrors, but the old motel’s were all foxed and/or cracked.
A cardboard box shoved under a mildewed buffet table stood out, somehow. The man who’d organized the sale had scrawled “You buy it, you find out what’s in it!”, in Magic Marker on the side. The top was sealed with heavy-duty gaffer tape. No peeks allowed. He only wanted ten bucks for it, so I thought, what the heck?
All I can say is, I’d rather be me than Lord Carnarvon. I’m happy to share a portion of the Oogadagah trove with Hotel Kranepool’s readers.
Captions my own.
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Il tesoro del Lonesome Motel
Un amico ci scrive da un centro abitato nell’Iowa (Stati Uniti):
Benché non sia connesso all’industria alberghiera, apprezzo la vostra rivista digitale (o comunque si chiamino queste cose). Sono antiquario. La gente mi porta oggetti trovati, ereditati, indesiderati. Li compro per rivenderli, ma ciò fa solo parte del lavoro. Ho allenato l’occhio ai mercatini in ogni parte di questo grande paese. So distinguere la roba buona dalle cianfrusaglie. Alle aste compro ogni tanto dei lotti ciechi per sentire l’ebbrezza di potenziali tesori nascosti. Non sono immune al brivido.
Quando il vecchio Motel Ugadagah chiuse i battenti, andai alla svendita. Mobili della Belle époque dei motel vanno a peso d’oro, di questi giorni.
L’Ugadagah era un posto spartano e francamente squallido ai margini del paesino. Niente bar né ristorante. Niente tivù a colori né aria condizionata. Niente fronzoli a parte grossi specchi, se ben ricordo. Gli specchi si vendono bene, ma quelli del vecchio motel erano smerigliati e/o rotti.
Una scatola di cartone appoggiata su un buffet scadente m’incuriosì. Chiunque avesse organizzato quel tragico mercatino vi aveva scarabocchiato “Comprare per scoprire!” Lo scrigno era sigillato con del pesante nastro adesivo. Vietato sbirciare. Comunque volevano solo dieci dollari. Pensai, ma sì dai chi se ne frega?
Dirò solo che non cambierei vita con Lord Carnarvon. Sono lieto di condividere una parte del tesoro dell’Ugadagah con i lettori di Hotel Kranepool.
Le didascalie sono mie.