A Postcard from Monte Carlo
“Monte Carlo”: the words conjure images of Grand Hotels, fairy-tale princesses, James Bond, casinos where only louche billionaires dare enter, obscene yachts, and Formula One cars that run on chilled champagne.
That vision of Monte Carlo is strictly PR, as in PRincipality.
Behold the reality behind the glittering facade, the ugly truth about what vast riches look like in the nude.
The University of Monaco, where illegal alien workers force expanded corks back into champagne bottles re-filled with bargain-brand ginger ale.
The Ministry of Epicure, where spilled crude oil recovered from tanker leaks off the Côte d’Azur is emulsified with potato starch to make “caviar”.
The House of Pain, where native girls are stretched and chiseled into Supermodel genetic mutants.
Captain Cousteau’s Wax Museum, where obsolete Hollywood stars are immortalized by lethal silicone injection.
The Eveningwear Dungeon, where parking violation scofflaws (Rolls Royce, Ferrari) recycle garbage bags into tuxedoes and cocktail dresses.
The barracks where tax refugees who’ve requested citizenship must spend their first months in-country. They learn the hard way that revealing State secrets is a big mistake.
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Cartolina da Monte Carlo
Monte Carlo: il nome suscita immagini di Grand Hotel, principesse da fiaba, James Bond, casinò in cui osano avventurarsi solo loschi miliardari, osceni yacht e bolidi Formula Uno che corrono a champagne ghiacciato.
Quella Monte Carlo lì è solo PR, come PRincipalità.
Date un’occhiata alla sordida realtà che si nasconde dietro la scintillante facciata. La ricchezza messa a nudo è mostruosa.
L’università di Monaco, dove immigrati clandestini rimettono tappi già espansi dentro bottiglie di champagne riempite di gazzosa no-logo.
Il Tempio di Epicuro, dove petrolio grezzo sbrodolato da petroliere al largo della Costa Azzurra viene mescolato con fecola di patate per sofisticare il “caviale”.
La Casa del Dolore, dove autoctone normali vengono mutate con la forza in supermodelle.
Il Museo delle Cere del Capitano Cousteau, dove vecchie stelle di Hollywood vengono immortalate con iniezioni letali di silicone.
La prigione della moda, dove sacchi dell’immondizia vengono riciclati in frak e gonnelline cocktail da carcerati accumulatori di multe sulle Ferrari e Rolls-Royce.
I rifugiati fiscali richiedenti cittadinanza del “paradiso” passano i primi mesi di residenza in questa caserma. Imparano nel più duro dei modi che rivelare segreti di Stato porta solo dolori.