Elma: Abandoned Hotel of a Lost Civilization

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A new colleague writes from Aleppo:

There is silence. The dead are gone, buried or otherwise dispersed. Survivors live on what the departed left behind. Little of this ancient city still stands. The few erect structures are heavily perforated. A bloody light shows through holes in their walls at sunset. 

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When I happened upon the largely undamaged Hotel Elma, it seemed the Eighth Wonder of a Lost World. Mindful of booby traps, I tried the door.

Whoever fled last forgot to lock up. There was no light. The keys to the rooms were gone, but the locks had been evaporated by some modern weapon. 

The Elma was an open hotel. 

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Since my former livelihood had been erased by world events, I piled rubble behind the dusty reception desk, sat and waited. 

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Not too many days and nights went by before guests appeared. Ragged figures with few possessions in tow, they entered as though they expected to be beaten, kicked and ordered away.

“Please, do come in. Whatever room you find will be yours. No fires, please. And if you have food, kindly share with the other honored guests.”

Incredulous, they wandered the lodging’s spaces.

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NO WEAPONS ALLOWED ON PREMISES. The sign, scavenged from the neutral zone outside an unnamed firebase, has so many bullet holes it looks more like a cheese-grater , but its meaning is clear. 

There have been no violent episodes, yet.

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Elma: albergo abbandonato di una civiltà perduta

Un nuovo collega scrive da Aleppo:

C’è silenzio. I cadaveri sono sepolti o altrimenti dispersi. I sopravvissuti vivono di ciò che hanno lasciato i morti. Della storica città non rimane quasi nulla. Le poche strutture rimaste in piedi sono crivellate dalle pallottole, dalle bombe. Una sanguinosa luce filtra tra i buchi al tramonto.

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Quando scorsi l’Hotel Elma quasi indenne, mi sembrò di aver scoperto l’ottava meraviglia di un mondo perduto. All’erta per trappole esplosive, provai la porta.

Chiunque fuggì per ultimo non aveva chiuso bene la porta. Non c’era luce. Le chiavi delle stanze erano assenti, ma scoprii che le serrature erano state evaporate da qualche avveniristica bomba. 

L’Elma era un albergo aperto.

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Il mio mestiere fu cancellato da eventi globali. Accumulai macerie dietro il banco della reception e mi sedetti. Aspettai.

Dopo qualche giorno e notte, apparirono degli ospiti, miserevoli figure con i loro pochi averi conficcati in valigie di fortuna. Entrarono come se si aspettassero di essere percossi piuttosto che accolti, presi a calci e mandati via in malo modo.

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“Prego, entrate. Dovunque trovate spazio abitabile sarà la vostra stanza. Niente fuochi in camera, per favore. E se avete del cibo, vi preghiamo di volerlo condividere con gli altri graditi ospiti.”

Increduli, vagarono per le sale.

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VIETATO INTRODURRE ARMI. L’insegna, raccattata dalla zona reception di una ex-base militare, è talmente bucherellata da sembrare una grattugia, ma il suo significato è chiaro.

Finora non ci sono stati episodi di violenza. 

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Other Lost Civilizations/Altre civiltà perdute:

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matthew licht