Shower Power Mirror Hour
Whoa! HK 63: Mirrors on Hotel Walls struck a chord. Reflective surfaces are an endless and universal source of fascination, it seems. Many fair guests were moved to share their likenesses, and glimmering facets of their (hotel) lives.
“The first thing I do when I enter a hotel room is remove all my clothes. I’ve done this since I was a little girl. No matter where I've traveled, whatever the season, without fail, I cross the threshold and strip. The only reason I can think of for this behavior is that I want everything to be different from how it is at home.”
“Hotel showers are the only place on earth where I feel truly myself. This has to do with enhanced water pressure and absolutely white towels. I know I shouldn’t steal ‘em, but I do.”
“One thing that really blows about life in the 21st Century is that you can’t check into hotels under assumed names any more. Once I was Mr Hung Solow. Another time, I was Miss Terry von Tränen. Now whenever I check into a hotel, I am who I am. Have to be. No choice.”
“Just as I can’t face solo meals in restaurants, I won’t stay in hotels alone. A friend or some new acquaintance must be there too. More expensive, but much more fun. Business ought to mix with pleasure every now and then.”
“I won’t stay at a hotel that doesn’t have a mirrored rooftop pool. But I’ll make an exception for the Kranepool’s Revolving Water-Disco!”
(Note from The Management: "To avoid misunderstandings, let it be known that Hotel Kranepool boasts no such feature. Thank you.)
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Giochi di docce e specchi d’albergo
L’episodio Specchi di stanze d’albergo (HK 63) ha toccato nel profondo. Le superfici riflettenti sono fonti di infinito fascino, a quanto pare. Alcuni graditi ospiti sono stati così gentili da condividere le loro immagini e alcune sfavillanti sfaccettature delle loro vite (d’albergo).
“Non è colpa mia se mi sento sola anche guardandomi allo specchio. Meno male che i portieri di notte sono una casta discreta. Non dicono mai nulla se dopo mezzanotte salgo in camera con un’altra donna. Credo che l’amicizia sia una storia di riflessione. Non a caso le mie amiche mi assomigliano tutte.”
“Mi spoglio nuda appena entro in una stanza d’albergo. Se mi piace l’immagine riflessa nello specchio del bagno, vuol dire che la stanza va bene. Nel caso contrario, chiamo giù indignata alla reception e dico di aver visto un enorme ragno peloso spuntare il muso dal water. Vestita nell’accappatoio, mi fingo terrorizzata e aspetto che arrivi il fattorino per accompagnarmi nella nuova stanza. Di solito una sbirciatina alla mia scollatura funge da mancia. Ma quando mi ritrovo da sola mi chiedo, Per quanto tempo ancora sarò così favolosa? Nemmeno gli specchi buoni rispondono.”
“Soffro di mal di mare. Ne soffro doppiamente, perché vorrei partire su navi da crociera anziché spostarmi da albergo in albergo come richiede il mio lavoro. Mi adeguo facendo finta che ogni nuovo hotel sia una nave in procinto di salpare per destinazioni da sogno. Funziona. Finora ho vomitato una sola volta, a Domodossola, per una vongola sbagliata.”
“A scuola, per sensibilizzarci ai problemi ecologici, ci esortavano di fare la doccia in compagnia. C’è anche il lato pratico: non mi devo lavare da sola la schiena. Ma preferisco fare entrare prima la mia amica, bravissima a regolare la temperatura dell’acqua. Grazie a lei non mi sono mai scottata.”
“Il ventunesimo secolo fa schifo perché non ci si può registrare in albergo sotto mentite spoglie. In altri tempi, una volta fui Mister Clister, terapista del colon. Un’altra volta ero Miss Tero del Vetrargentato. Ora, quando vado in albergo, sono chi sono. Per forza.”
“Di solito scelgo di non permanere in alberghi sprovvisti di piscina specchiata sul tetto, ma faccio un’eccezione per la Roteante Discoteca Acquatica del Kranepool!”
(nota da La Gestione: "Onde evitare incomprensioni, specifichiamo che Hotel Kranepool non dispone di tale servizio. Grazie.")