Holiday in the Dark
Management left a type-written note in the Night Porter’s cubby hole. “Office: after clock-out.” The next day’s date was in the upper right corner. The Night Porter nervously spent what he thought would be his last shift at the Kranepool. ‘What’d I do wrong?‘ The list of possible offenses kept him thoughtful till dawn.
His knock the next morning was tentative. Eventually, “Enter.”
The Manager named Obergast was behind the vast oaken desk.
“Got the note,” the Night Porter said. He was certain the next thing he’d get was The Sack.
Obergast shifted his glasses to his forehead, slid a sheet of paper into the business section of green baize before him. “You need a break. Time to hit the beach.”
“But you sent me to the beach just last winter. It was...” He didn’t want to seem ungrateful.
“What’s the matter? You don’t like the beach? Everyone likes the beach, capeesh? Besides, we want you to send us reports on how things run there.”
The bus trip seemed longer, and the driver was even less friendly, in the heat. “Last stop,” he said. “Get off.”
The Night Porter walked along a canal in the dark. The buildings were set up for a party to which no one had been invited.
A neon sign flashed disconsolately: Luna Lido, Luna Lido.
The main door was open. The lobby was deserted. No one objected when the Night Porter took the Penthouse Suite key from the rack behind the counter. If nothing else, there was a wide and unimpeded view of Beach Resort World.
The Night Porter unpacked his NightVision binocular-camera and began to scribble notes. He worked this way for the duration of his holiday.
A big guy who wears heavy raincoats on sunny days gulps coffee on the porch in the morning, then leaves the building. The lady with lots of red hair is presumably his girlfriend. She never wears anything. She takes loads of ultraviolet upon herself. No crowds gather on the sidewalk below, however. There’s no pedestrian traffic at all.
Sources say this Penthouse resident is a celebrity fashion designer. He must run some sort of business: his secretary is a blur of action, too busy even to pull down her skirt. Neither of them ever leaves the building. The over-designed lamps burn all night.
Show biz is where you make it. A film crew set up on the balcony of the Hollywood Hotel (red arrow) and spent the afternoon capturing whatever was going on in that Suite. When they were done and had packed up their equipment, this young lady in yellow came out and showed the world which part of her it could kiss.
This entire structure is a gambling joint. The fiends of chance stay indoors, intent on loss and gain. This woman spends her evenings on the roof, dressed only in an eyeshade (shown), and slathers moontan lotion on her private parts (not shown, or not here). A siren rings like clockwork at midnight, and she reënters the building. It’s possible she’s there to represent the Blindfolded Goddess. Not Justice, the other one.
“Mr Shrimp” is a blatant cover for a brothel. The ladies in the picture lean on their windowsills. They seem lonely, rather than bored. No one goes in, or out. Cars roll by, but the drivers don’t look up. The street smells of stale fry-oil and fish, but if Mr Shrimp has any customers, they enter from the alleyway in back of the building.
***
Vacanze al buio
La gestione aveva lasciato una nota nella casella del portiere di notte. “Ufficio: dopo timbro cartellino.” La data dell’indomani era scritta in alto a destra. Il portiere di notte trascorse nervosamente ciò che era sicuro sarebbe stato il suo ultimo turno al Kranepool. “Cosa avrò sbagliato?” La lista di possibili offese lo tenne in pensiero fino all’alba.
Bussò titubante. Eventualmente, “Avanti.”
Il Gestore chiamato Obergast era dietro la massiccia scrivania di quercia.
“Ho letto la nota,” disse il portiere di notte. Era sicuro che presto avrebbe letto la notifica di licenziamento.
Obergast spostò sulla fronte gli occhiali, buttò un foglio sulla moquette verde della scrivania. “Ti tocca una vacanza. Ti mandiamo al mare.”
“Ma mi avete mandato al mare l’inverno scorso. Era... ” Non voleva sembrare ingrato.
“E allora? Non ti piace il mare? Il mare piace a tutti, capito? E poi ci dovresti fare rapporto su come gestiscono le cose, lì.”
Il viaggio in corriera sembrò più lungo, col caldo, e il conducente era ancora più scortese. “Siamo giunti a destinazione,” disse, secco. “Scendi.”
Il portiere di notte camminò lungo un canale al buio. I palazzi sulle sponde sembravano aspettare gli invitati di una festa che non sarebbero mai arrivati.
Un’insegna al neon scattò a intermittenza: Luna Lido, Luna Lido.
L’ingresso era aperto. La hall era deserta. Nessuno disse nulla quando il portiere di notte prese la chiave della Penthouse Suite dalla rastrelliera dietro il banco. Se non altro, la stanza disponeva di un panorama senza ostacoli di Luogodimarelandia.
Il portiere di notte tirò dalla custodia il binocolo-macchina fotografica NightVision. Scribacchiò appunti. Lavorò così durante tutta la vacanza.
Un omone che indossa impermeabili pesanti anche quando splende il sole trangugia caffè su quel balcone tutte le mattine prima di uscire. La rossa capelluta, presumibilmente la fidanzata, non indossa mai nulla. Prende il sole a peso. Non si formano gruppi sul marciapiede per osservarla. Sarà perché non esiste alcun traffico pedonale.
Si dice che il residente di questa penthouse sia un celebre stilista. Certo è che gestisce un’impresa di qualche genere. La sua segretaria è sfocata da quanto si aggira per l’interno. Non ha tempo nemmeno per tirarsi giù la gonnella. Nessuno dei due lascia mai lo stabile. Le lampade di design illuminano a tutte le ore.
Il mondo dello spettacolo si crea. Un’équipe cinematografica si installò sul balcone dell’Hollywood Hotel (freccia rossa) per riprendere ciò che succedeva dentro la suite. Quando ebbero finito, apparve sul balcone la giovane in giallo, che sembrò mostrare al mondo quale parte baciare.
Questo stabile, a quanto pare, è una vasta bisca. I tossicomani del gioco rimangono dentro, intenti a vincere e perdere. Questa donna trascorre le tarde serate sul tetto. Vestita solo di una benda, si spalma le parti intime di crema lunare. A mezzanotte suona una sirena e lei torna dentro. Forse è lì per rappresentare la dea bendata. Non la Giustizia, l’altra.
“Mister Shrimp” è palesemente la copertura di un bordello. Le donne nella foto stanno chine sui davanzali. Più che annoiate, sembrano sole. Nessuno entra, e non esce nessuno. Passa ogni tanto una macchina, ma i guidatori non guardano su. La strada puzza di pesce fritto, ma se Mister Shrimp ha dei clienti, entrano dal vicolo dietro l’edificio.