An Eye on the Street
A retired colleague writes from Hamburg:
The hotel was only a short walk from the Port Authority Bus Terminal.
The reception desk was up a narrow flight of steps that smelled of sweat and tobacco. I didn’t know it yet, but that’s the perfume ambitious dreams leave behind when they float away.
The ash-complected receptionist wheezed when he spoke. The key he slid across the counter hung on a yellow plastic rhomboid whose red letters and numbers had worn off almost all the way. Someone had smeared excrement on the walls of the hallway that led to Room 1690.
For what it cost, the room was spacious. The window framed a view of Rockefeller Center. A peep arcade across the avenue called Show World had a sign out front that flashed, Grand Opening! The traffic noise was almost gentle.
Show World sounded all right, but I wanted to enter Career World. I’d hung my hopes on the next morning’s job interview. Sleep proved impossible, so I went to an all-night cinema on 42nd Street. One of the late-shows that washed over the unwashed audience featured a young Italian actress whose big dark eyes pulled me in forever.
The editors at the magazine where I wanted to spend my working life were in the mood for professional murder. One of them, who wore her eyeglasses on a string of pearls, said, “We’re not a match,” and shoved my cartoons and caricatures across her desk in a final way.
On the way back to the Bus Station, I looked up at skyscrapers, dramatic clouds, and the faces of ambitious young women an artist had painted on the marquee of a defunct dance-hall. The bus to Keekatchie rolled past them again slowly, to make them even more unforgettable.
After that disaster, I went to work on cargo ships. At harbor in Naples, Trieste or Livorno, I’d look around the streets and squares for the young actress with eyes like scalene triangles of a warm starry night. She was always somewhere else. The painted ladies on 42nd Street were gone, the last time I went back.
Waves, salt and endless to-and-fro lost their flavor. I jumped ship in Germany, and got a job at a hotel on the Reeperbahn. The Lorelei’s not far from the docks, where you can get cartons of contraband French cigarettes if you know who to ask.
Lo sguardo della strada
Un collega in pensione ci scrive da Amburgo:
L’albergo era a pochi passi dalla stazione degli autobus.
La hall era al primo piano. Le scale puzzavano di sudore e tabacco. Non lo sapevo ancora, ma era il profumo che lasciano i sogni ambiziosi quando volatilizzano.
Il tipo alla reception più che parlare rantolava. La chiave che fece scivolare sul banco era appesa a un rombo di plastica gialla sul quale il rosso delle lettere era consunto. C’erano escrementi spiaccicati sulle pareti del corridoio che conduceva verso Stanza 1690.
La camera era spaziosa per quanto costasse poco. La finestra incorniciava Rockefeller Center. Dall’altro lato del viale si vedeva Show World, una sala giochi porno. L’insegna sul marciapiede lampeggiava: Grande Apertura! Il rumore del traffico era quasi tenero.
Sentivo che la mia futura carriera dipendeva dall’intervista dell’indomani. Impossibile dormire. Uscii, e andai a un cinema ventiquattr’ore sulla 42ma Strada. In uno dei film che proiettavano c’era una giovane attrice italiana i cui occhi enormi e scuri mi tirarono dentro per sempre.
I redattori alla rivista dove avrei voluto lavorare erano in vena di omicidio professionale. Una di loro portava gli occhiali appesi a una collana di perle. “Non siamo compatibili,” disse, e respinse con decisione le mie caricature e vignette.
Mentre tornavo verso la stazione degli autobus, guardavo in alto, ai grattacieli, alle nuvole drammatiche e ai volti di giovani donne ambiziose che un artista aveva dipinto sull’insegna di una Sala da Ballo defunta. La corriera per Keekatchie ripassò loro davanti a passo d’uomo, rendendole ancora più indimenticabili.
Dopo quel disastro, lavorai su navi mercantili. Quando attraccavano a Napoli, Trieste o Livorno, giravo le strade e le piazze in cerca dell’attrice dagli occhi come triangoli scaleni di notte stellata, ma lei era sempre da qualche altra parte. Le donne dipinte della 42ma Strada non c’erano più, l’ultima volta che tornai.
Onde, salmastro e interminabile andirivieni persero sapore. Tornai a terra in Germania, e trovai lavoro presso un albergo sulla Reeperbahn. L’Hotel Lorelei non è lontano dal porto, dov’è facile comprare sigarette francesi di contrabbando. Basta chiedere alla persona giusta.