The Koffin
A colleague writes from Kyoto:
Hotel Kranepool is the hugest blog in Japan. I am delighted to contribute a droll anecdote.
I have been Night Porter at the Kan-san Coffin Hotel in the center of old Kyoto for over twenty years.
Coffin hotels are a convenience for salarymen too drunk to return home. With a credit card swipe, they rent a cubicle with mattress. Porthole coffins cost extra. A machine dispenses aspirin and seltzer. Instant coffee is available after the complimentary wake-up siren.
Female coffin-occupants are a rarity.
The Night Porter’s job is different at the Kan-san than at the Kranepool. He has no contact with coffin-guests.
He watches green-glow screens on which shadowy forms move slowly, if at all. He hears blips from hearts, lungs, brains which indicate that occupants are alive. Coffin fatalities, a phenomenon similar to crib death and rock stars who choke on their vomit, are uncommon.
On a spring night perfumed with sakura, a large Occidental tourist stumbled into the Kan-san. Monitor readings indicated he had drunk too much sake and eaten too much fugu. Salarymen sleep in their sabiro (business suit). This fellow stripped down before entering his coffin. The light in the lobby-strip is is dim so as not to disturb coffin-sleepers. The big gai-jin in his underwear struggled to enter Coffin Suite 1690, which was not the one Robo-Ception had assigned.
The Night Porter watched a geisha in full battle dress emerge, with silent shrieks. She konked the intruder on the head with her koto.
The inebriated near-nude Westerner fled out into the night. Where he ended up is unknown. The geisha crawled gracefully back into her coffin.
The Night Porter turned on the Muzak system to soothe coffin-sleepers with samisen lullabies.
Hoteloculo
Un collega scrive da Kyoto:
Hotel Kranepool è il blog più popolare qui in Giappone. Sono onorato di poter contribuire un comico aneddoto. Sono portiere di notte al Bara-hotel Kan-San nel centro storico di Kyoto da oltre vent’anni.
Questa forma d’albergo è conveniente per stipendiati troppo ubriachi per poter tornare a casa. Con la carta di credito noleggiano un loculo con materasso. Loculi con oblò costano di più. C’è una macchinetta per aspirina e seltzer, e gli ospiti si possono preparare caffè istantaneo dopo la sirena-sveglia.
Abbiamo poche ospiti donne.
Il lavoro del portiere di notte qui al Kan-San è diverso da quello del collega al Kranepool. Non ha alcun contatto con ospiti di bara.
Guarda il bagliore verdognolo di schermi su cui forme umane si muovono lentamente. Sente i bip dei loro cuori, polmoni, cervelli: indicazioni che i graditi ospiti sono ancora vivi. Purtroppo ci sono stati dei decessi, simili a quelli delle stelle del rock che ingurgitano i propri vomiti.
In una notte profumata di sakura, un turista occidentale scelse di dormire al Kan-San. Il monitor indicò che aveva consumato dosi eccessive di saké e fugu. Gli stipendiati dormono nel sabiro (completo di lavoro). Questo ospite volle spogliarsi prima di allungarsi nella bara. La luce nella striscia-hall è fievole, per non disturbare i dormienti nelle bare. Il grosso gaijin in mutande cercò di intrufolarsi nella bara-Suite 1690, che non era quella assegnatogli dalla Robo-ception.
Il portiere di notte vide emergere dalla bara una geisha vestita da cerimonia, urlando in silenzio. Percosse l’intruso in testa con il koto.
Il gaijin ebbro e mezzo nudo scappò nella notte, per finire non si sa dove. La geisha si rannicchiò con delicatezza nella bara.
Il portiere di notte accese il sistema Muzak per rasserenare i dormienti nelle bare con melodie di samisen.