Winter Away from Home (for Glen Rubsamen)
Management sends Night Porters on vacation in the dead of winter.
“But I’d rather stay and work.”
“We know that. There are hardly any guests, however. Get lost.”
“Where?”
“Do you suppose We also manage employees’ private lives? Use your imagination.”
That isn’t always such a fantastic idea.
The bus trip didn’t cost much, or take long.
The beach resort was deserted. The shops were shuttered. The only ones that weren’t belonged to merchants who couldn’t afford shutters.
The whales had already migrated. No whale-watching cruises in the offing. Mardi Gras had come and gone, uncelebrated. The carnival was closed.
Even the palm trees had lain down in hibernation. Or else they were victims of the Rhynchophorus Ferrugineus pestilence. The cold can’t kill those bugs, nor salt mists from the sea at sunset.
The corniche played host to the wind as the lone tourist looked for a place to spend the night.
Further inland, a tenuous light shone from deep inside a hotel lobby. ‘But I work in a hotel,’ the Night Porter thought. ‘Maybe I should break into one of these empty houses instead.’
There were no burglary tools in his bag, nor much of anything: a picture of a Silent Screen star, arms held up in a pose of worshipful submission, a copy of William March’s Company K, a change of socks and underwear. He stood and stared at a hotel that seemed uninhabited for the long run.
Soon the statue at the door said, "This is the place."
She came down from her low pedestal to hold the door.
Settimana grigia (per Glen Rubsamen)
D’inverno, la Gestione manda in vacanza i portieri di notte.
“Ma preferirei stare qui a lavorare.”
“Questo lo sappiamo. Ma non c’è da lavorare, quando gli ospiti sono così pochi. Sparisci.”
“Dove?”
“Secondo te gestiamo anche le vite private dei dipendenti? Usa la fantasia.”
Non sempre è una fantastica idea.
Il viaggio in corriera costò poco, e non durò molto.
Al luogo di mare non c’erano turisti, nemmeno chi avrebbe potuto accoglierli. Le serrande dei negozi erano barrate, a parte quelli di gestori che non si potevano permettere serrature.
Le balene erano già migrate. Non partivano crociere per osservarle. Il Carnevale era passato. Il Luna Park era deserto.
Anche le palme si erano sdraiate a terra per il letargo invernale. Oppure erano vittime della pestilenza di Rhynchophorus Ferrugineus. Il gelo non uccide quegli insetti, né le brine del mare al tramonto.
Nell’entroterra, splendeva una tenue luce dalle profondità di un albergo. ‘Ma io lavoro in un hotel,’ pensò il Portiere di Notte. ‘Forse sarebbe più appropriato entrare abusivamente in una di queste case vuote.’
Non aveva grimaldelli nella borsa. C’era poca roba: una foto di una stella del cinema muto in una posa di supplica o di venerazione, una copia di Company K, di William March, calzini e mutande. Stette lì a considerare un luogo che sembrava disabitato per l’eternità.
Dopo poco, la statua all’ingresso disse, “Questo è il posto giusto.”
Scese dal suo basso piedistallo per tenere la porta.