2018: A Hotel Odyssey
A retired colleague writes from New York:
Mr Clarke (Arthur C. Clarke, popular science fiction writer) stayed with us whenever he came to New York. Mr Kubrick (Stanley Kubrick, legendary film director) often came to visit him here at the hotel, and they’d work together. Mr Clarke always reserved the same Suite, which later became known as “Area 2001”.
Their sessions were strictly private. Management said their Top Secret project involved Extraterrestrial Intelligence.
One night the hard-working pair called the front desk to order “a trough of steak tartare” from Room Service. We don’t provide Room Service, but another phone call took care of that. I went upstairs, and quietly set the tray on the carpet outside their door.
As I was about to knock, Mr Clarke opened up, grabbed my ear, and dragged me inside the Suite, which smelled of smoke, ink and glycerine.
“We’d like you,” Mr Clarke said, “to tell us what you think a hotel will look like in thirty or forty years.”
I thought they were talking about the hotel in which we were standing, the one where I was employed, back then. “Probably the same as it does now,” I said.
“Look at these sketches, please,” Mr Kubrick said. “Tell us whether you think they look plausible.”
The images were beyond belief.
“Uh I guess they look just about all right,” I said.
“Please describe what you think your duties might be at a hotel on the moon,” Mr Clarke said.
“Uh I’d probably bring guests grub if they get hungry at night, and carry their suitcases, as required.”
“That’d be easier in zero-gravity conditions,” Mr Clarke said.
“Oh yeah I guess I hadn’t thought of that,” I said.
“What about this textile colorway?” Mr Kubrick pointed to some furniture designs. “Do you think this decor scheme would make guests feel that their lives and work had meaning? Or just make them uncomfortable.”
The fabric swatch evoked an element of childhood. “Hey it’s the same color as the borscht Grammy O’Splowzik used to make every summer,” I said.
“Great,” Mr Kubrick said. “Fantastic. Thanks a whole bunch. Now if you’ll please excuse us, we’d like to get back to work.”
No tip.
Their movie blew minds, at the time, but I was right about hotels looked like and what night porters did in 2001.
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2018: Odissea nell’albergo
Un collega pensionato ci scrive da New York:
Il Signor Clarke (Arthur C. Clarke, popolare scrittore di fantascienza) stava da noi quando veniva a New York. Il Signor Kubrick (Stanley Kubrick, leggendario regista cinematografico) veniva spesso a trovarlo qui in albergo e lavoravano insieme. Il Sig. Clarke prenotava sempre la stessa Suite, che venne chiamata “Zona 2001”.
Le loro sessioni erano riservate. La gestione spiegò solo che il loro progetto riguardava l’intelligenza extraterrestre.
Una sera chiamarono giù alla reception per ordinare “un trogolo di tartare di manzo”. Non fornivamo servizio in camera, ma una telefonata risolse il problema. Andai di sopra, posai il vassoio sulla moquette. Stavo per bussare quando il Signor Clarke spalancò la porta e mi afferrò per l’orecchio. Mi trascinò dentro la Suite, che odorava di fumo, inchiostro e glicerina.
“Vorremmo che tu ci dicessi,” disse il Signor Clarke, “come credi che saranno gli alberghi tra trenta, o quarant’anni.”
Credevo che stesse parlando dell’albergo dove allora lavoravo. “Più o meno come ora,” dissi.
“Guarda questi disegni, per favore,” disse il Signor Kubrick. “Secondo te sono plausibili?”
Quelle immagini andavano al di là di ogni immaginazione.
“Ehm sembrano più o meno giusti,” dissi.
“Per favore, descrivi cosa potrebbero essere le tue mansioni ad un albergo sulla luna,” disse il Signor Clarke.
“Uhm probabilmente porterò da mangiare agli ospiti che di notte hanno appetito, e se occorre gli porterò le valigie.”
“Sarà più facile a gravità zero,” disse il Signor Clarke.
“Eh certo non ci avevo pensato,” dissi.
“Che dici di questo colore?” disse il Signor Kubrick, indicando disegni per mobili. “Credi che tale arredamento indurrebbe gli ospiti a credere che le loro vite e il loro lavoro avessero un significato? O li metterebbe solo a disagio.”
Lo scampolo suscitò un elemento d’infanzia. “Ehi è lo stesso colore della minestra di bietole rosse che faceva la nonna d’estate.”
“Ottimo,” disse il Signor Kubrick. “Fantastico. Grazie mille. Ma ora se ci vuoi scusare, vorremmo tornare al lavoro.”
Niente mancia.
Il loro film frullò tante menti, all’epoca, ma avevo ragione io su come sarebbero stati gli alberghi e cosa avrebbero fatto i portieri di notte nel 2001.
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