The Night Porter: 43rd Anniversary Reunion!
Charlotte Rampling and Dirk Bogarde won’t get together again, not in this life. But when this life fails, there’s always room for possibility at the Hotel Kranepool.
Liliana Cavani’s movie stepped on a lot of psychodramatic toes. Those who didn’t walk out might’ve thought about hotels differently. Who’s really running the joint? What goes on in the rooms when it’s dark outside, and why do you want to know so badly? The role of those who keep watch while guests sleep, or don’t, took on new meaning.
A couple checked in at an uncustomary hour the other night. Since I was sitting at the front desk, they quite reasonably mistook me for a receptionist. I grabbed a key off the rack, slid it across the counter. They seemed embarrassed as they fumbled for documents.
“No need for that,” I said. “Not tonight. The Philip Larkin Suite’s all yours, on the house.”
They stared. She was wearing a nice raincoat. “How come?” the man said, as if he suspected ulterior motives.
“An anniversary gift from the Management.”
She said, “But it’s not...”
He took the key. “Thanks. We appreciate it.”
The elevator bongs quietly, after 2 a.m. The doors slide slower too. The mirror on the back wall of the little cabin showed a picture that made nightlife in a hotel worth living.
Then the vibraphones started in again.
Il Portiere di notte: festa del 43mo anniversario!
Charlotte Rampling e Dirk Bogarde non si rivedranno più, non in questa vita. Ma quando questa vita delude, c’è sempre una Stanza libera piena di possibilità qui al Hotel Kranepool.
Il film psicodrammatico di Liliana Cavani ha pestato parecchi piedi. Quelli che rimasero nelle sale al buio forse cominciarono a pensare agli hotel in modo diverso. Chi dirige veramente la baracca? Cosa succede nelle camere quando fuori è buio, e perché ci tieni tanto a scoprirlo? Il ruolo di coloro che vegliano mentre gli ospiti dormono o non dormono acquisì un nuovo significato.
Una coppia si è presentata a un’ora insolita, l’altra sera. Visto che ero seduto al banco reception, avranno pensato che fosse di mia competenza. Presi una chiave e gliela porsi. Sembravano in imbarazzo mentre cercavano i documenti.
“Non c’è bisogno,” dissi. “Stanotte no. La Philip Larkin Suite è tutta vostra, un omaggio della ditta.”
Mi guardarono strano. Lei indossava un elegante impermeabile.
“Come mai?” chiese l’uomo, sospettoso.
“Un regalo di anniversario, dalla Gestione.”
Lei disse, “Ma non è... ”
Lui afferrò la chiave. “Grazie. Lo apprezziamo.”
Il gong dell’ascensore suona meno forte, dopo mezzanotte. Anche le porte slittano più piano. Lo specchio in fondo alla cabina rifletté un’immagine che rese vivibile la vita notturna in hotel.
Poi riprese la musica di vibrafoni.