Grim Room Service
We don’t get many writers here at the Kranepool. At least no one’s written “author” in the blank rectangle where guests may state their profession or corporate affiliation, if they feel like it.
Sometimes I riffle through The Big Black book. We’ve hosted pipe-fitters, raddlemen, hairdressers, undertakers.
The Reaper doesn’t check in at the Front Desk. He goes directly upstairs, with no elevator in-between, and doesn’t knock.
We had a guy check out permanently this week. Must’ve been a painful end, too. Seventh-floor guests complained about moans, screams and body-thumps. In the lobby, all I heard was the courtesy phones ringing off the hook.
“Some noisy creep’s spoiling our mood.”
“How’m I supposed to watch TV?”
“I have several important meetings tomorrow.”
So I went up to investigate. The seventh-floor was awfully quiet. Knock-knock? Uh-oh, sounds like no one’s there. This is why pass-keys exist. “Coming in, sir.”
Let’s say liver failure’s not a pretty way to go. The cops came, then the Coroner, finally the morgue crew. They made their official phone calls. I asked the authorities to be as quiet as possible. Some disturbed guests came around for a look, and to ask questions.
The dead man had used Hotel Kranepool stationery to start a novel about professional comedy. The cops didn’t say anything when I took a look. Here’s the first sentence:
In Hell, no one can smell your farts. — "Shmecky" Alighieri, the Divine Comedian
“Maybe it’s better this way, sir,” I said, and stuffed the bloody scrawled sheets into the body bag as the Morgue technicians rolled the gurney out of the room, out of the Kranepool, and into the night with no lights, no sirens.
Servizio in camera
Non ospitiamo scrittori, qui al Kranepool. O perlomeno nessuno ha scritto Autore nel rettangolo vuoto dove gli ospiti hanno l’opzione di dichiarare le loro professioni e/o affiliazioni aziendali.
A volte sfoglio il Librone nero. Abbiamo ospitato idraulici, montatori, parrucchieri, becchini.
Il mietitore non firma registri. Va direttamente ai piani di sopra, senza usare l’ascensore. E non bussa alle porte.
Questa settimana un ospite ha effettuato un check-out permanente. Deve aver fatto una fine dolorosa. Altri ospiti al settimo piano si lamentarono per le urla, mugugni e tonfi attutiti. Nella hall, sentivo solo il telefono di cortesia che squillava incessantemente.
“Qualche carogna ci sta guastando l’atmosfera.”
“Come faccio a guardare la tivù?”
“Domani ho delle riunioni importanti.”
Andai di sopra per indagare. Il settimo piano era silenzioso. Toc-toc? Ohi, sembra che non ci sia nessuno. Per questo esistono grimaldelli digitali. “Permesso? Sto entrando, signore.”
Diciamo che morire per insufficienza epatica non è bello. Arrivò la polizia, poi il medico legale, infine i ragazzi dell’obitorio. Fecero le loro telefonate. Chiesi alle autorità di fare il meno rumore possibile, ma alcuni ospiti vennero a curiosare.
Il defunto aveva usato carta stampata Hotel Kranepool per iniziare un romanzo sui comici professionisti. Gli agenti non dissero nulla quando presi a leggerlo. Ecco l’incipit:
All’inferno, nessuno può odorare le tue scoregge. --Dante “Ebetini” Alighieri, il comico divino
“Forse è meglio così, signore,” dissi, e misi i fogli scribacchiati e insanguinati nel saccone per cadaveri che i tecnici del mortorio comunale issarono sulla lettiga. Lo portarono fuori dalla stanza, fuori dall’Hotel Kranepool, e dentro la notte, senza luci intermittenti né sirene.