IL DISCO PER L'ESTATE
Estate di fuochi e di fuoco, di musiche solite calde o riscaldate, e noi qui nel nostro bunker mentale che cerchiamo idee fresche e sfogliamo il browser. Atteso da un po’, è uscito il nuovo lavoro di Steve Goodman, meglio conosciuto come Kode9, patron della label britannica Hyperdub, musicista e produttore, che rilascia queste 15 tracce dopo circa sette anni dall’ultimo album.
Nel corso di questi anni però non ci sono state pause, semplicemente Goodman ha espresso se stesso in vari modi, con workshop, realizzazioni multimediali, libri, tant’è che “Escapology” nasce da un’installazione artistica e come prima parte di colonna sonora di un videogioco non convenzionale forse di futura pubblicazione.
Seguendo gli input di questa musica oltre la sua collocazione specifica ci troviamo addosso una sequenza di brani per poco più di mezz’ora che concentrano perfettamente lo stato d’animo cosciente e incosciente del tempo che viviamo: parrebbe che la composizione di Goodman e il nostro ascolto siano in connessione sinaptica come sublimazione dell’oggi, con tutto il substrato di eventi umani e naturali (post-umani direi) che ci circondano.
E allora incamminiamoci tra angoli e spigoli, alla ricerca di una gioia sghemba, non c’è allegria nel ballo scomposto proposto dai ritmi nervosi, a volte spezzettati, che finiscono presto in fruscianti scie metalliche.
Scaglie di vetro si sovrappongono – è un respiro caldo – un conto alla rovescia che non porta a niente, crepitii, - lo sappiamo è il fuoco - onde in reverse, poi ripartono i ritmi, ma non giusti, sempre con l’inciampo, in equilibrio precario.
Kode9 prende i suoni HD di poco tempo fa e gli toglie la plastica, l’involucro lucido, lasciandoli a vista nella loro fragile lucentezza, li somma e divide con frammenti di altro. L’altro possono essere una voce, accenni di pianoforte lontano e stonato, field recordings, punteggiature di basso, un lento pad detroitiano anni 90.
E’ evidente come questo disco sia un succo concentrato e il fatto che nasca da un concept riporta a considerazioni fatte in precedenza su queste pagine su un possibile futuro musicale e su come il limite posto dal tema scelto amplifichi lo sviluppo creativo e comunicativo anzichè affievolirne gli effetti.
E’ un disco breve che quando finisce si pensa “di già!?” ma basta ricominciare daccapo e la musica è lì, uguale ma diversa, e questo è il bello delle cose che durano nel tempo.