PUNKT FESTIVAL
Oggi siamo a Kristiansand, nel sud della Norvegia, dove annualmente si svolge un interessantissimo festival che fonda il suo valore negli ospiti e soprattutto nell'originale formula organizzativa.
Tutto nasce nel 2005 dalle menti di Jan Bang, eclettico musicista elettronico e da Erik Honorè, polistrumentista e scrittore e dalla propensione alle collaborazioni attive che hanno sempre contraddistinto il lavoro dei due musicisti e che in questo caso trovano il naturale compimento.
Jan bang in particolare, dopo alcune uscite discografiche sia in proprio che come produttore, mette a fuoco un'intuizione: appassionato di sampling e di manipolazioni elettroniche sceglie di utilizzare come materiale base delle sue sperimentazioni la musica nel momento in cui viene suonata, praticando una sorta di improvvisazione jazz nella quale quello che viene suonato dai musicisti sul palco diviene oggetto sonoro riplasmabile nelle mani e nelle macchine di Jan Bang, e che aggiunto alla performance originale la trasfigura svelandone tratti nascosti e/o evidenziando dettagli minimi che reiterati propongono nuovi punti di vista (e di ascolto).
Tutto ciò deve essere naturalmente assecondato e condiviso dai musicisti ospiti che generalmente si approcciano alla musica con attitudini similari.
Quando non suona sul palco partecipa al cosiddetto “live remix”, caratteristica peculiare del festival, consistente nella registrazione e nel remix della stessa immediatamente dopo l'esecuzione live.
Un altra caratteristica del festival è quella di nominare ogni anno un “artist in residence”, una specie di direttore artistico del festival che determina la linea e partecipa a più performance. Questo ruolo è stato affidato negli anni a David Sylvian, Daniel Lanois, Brian Eno, John Paul Jones (si lui, il bassista degli Zeppelin nella sua nuova vita di sperimentatore) e altri e fa si che il festival non sia solamente una serie di esibizioni scollegate. Le frequentazioni e gli incroci sul palco e fuori si trasformano spesso in collaborazioni future, e il festival si modella come una famiglia alla quale tutti contribuiscono.
Negli anni è cresciuto sia come presenze artistiche che come pubblico: partiti dal piccolo teatro Agder dal 2012 hanno trasferito la sede nel nuovo centro culturale Kristiansand Kunsthall, uno spazio dedicato alle arti contemporanee, con un auditorium da più di mille posti.
Tutti gli anni quindi è possibile assistere a spettacoli unici nel loro genere, supportati da visuals affidati ad artisti che hanno lo stesso approccio improvvisativo analogo a quello dei musicisti e con seminari e attività parallele che durante le giornate del festival sviluppano tematiche maggiormente legate alla tecnica esecutiva.
Quindi molti musicisti di area improvvisativa-sperimentale sono passati e sicuramente altrettanti parteciperanno in futuro, e ricordiamo tra questi i trombettisti Arve Henrikssen, Nils Petter Molvaer, Jon Hassell, Eivind Aarset e Fennesz alle chitarre, Laurie Anderson, Butch Morris, Vladislav Delay, Evan Parker e molti altri.
Il concept del festival è stata inoltre replicato più volte nel mondo, tra Francoforte, Shanghai, Praga, e anche Milano, con eventi “one-shot” che coinvolgono spesso anche musicisti locali affini per attitudine.
Riflessione breve: ma perchè qualcuno qui in Italia, o meglio qui a Firenze non “copia” l'iniziativa?
Intanto quest'anno si parte il 30 agosto fino al 1° settembre, con una line-up sostanziosa, tra Paal Nilssen-Love, Thomas Stronen, e altri: sono sicuro tuttavia che passare qualche giorno delle ultime ferie estive tra fiordi, merluzzi e musica d'avanguardia potrebbe essere una valida alternativa. Punkt. (A proposito in norvegese “punkt” significa “punto”)
Il sito del Punkt Festival: http://www.punktfestival.no/