IL POTERE DI LOTIC
Le strade troppo rette non ci piacciono. Quindi oggi ci sentiamo l’ultimo lavoro di Lotic, “Power” che è una strada con varie curve e accidentata. Lotic è lo pseudonimo di J’Kerian Morgan, musicista di Austin – non pensate al blues però – di stanza a Berlino da alcuni anni. Ne parlo perché il percorso musicale di Lotic ha seguito due percorsi sovrapposti, derivati dalla passione sia per il pop (nel significato di accessibile) e nella musica sperimentale, iniziando gli studi musicali dal sax contralto e completando con cinema e teoria musicale all’Università.
“Power” arriva dopo una serie di uscite, singoli ed E.P. e con collaborazioni importanti – tra cui alcuni remix per Bjork, molti DJ set e la collaborazione con il collettivo/label discografica/eventi Janus di Berlino. L’ascolto è interessante perché rivela molte delle influenze dell’artista frullate e riproposte: si viaggia tra techno smontata, R&B, ritmiche deviate, frammentazioni, ricerca sonora, noise.
Ci sono passaggi che inseriscono stilemi pop in un insieme assolutamente di deriva industriale, creando uno straniamento in cui ovviamente quello che sembra non è. I bassi sono importanti e determinano le atmosfere assolutamente urbane e vagamente inquietanti. Gli altri suoni possono arrivare da qualunque luogo, Lotic dichiara di utilizzare molti suoni della vita reale, di uscire con un registratore per catturare rumori che tagliati e trattati con l’elettronica diventano parte integrante dei brani.
C’è anche la voce, la sua, sussurrata in “Hunted” o tagliuzzata e rammendata in “Bulletproof”, che arriva alla traccia 8, con “Nerve”, ma anche qui il fine non è la melodia, ma un senso se possibile ancora più di disagio che nelle tracce solamente strumentali.
La voce torna nella traccia successiva, con il cantato di Moro, anche produttore del disco e compagno nel collettivo Janus e di nuovo su “Solace” il brano che conclude il disco, possibile colonna sonora di una strana e deviata notte di Natale.
Tutto il disco convive con questo equilibrio disassato, sghembo che ci parla di un futuro in cui siamo già senza che ce ne accorgiamo. Invito a cercare in giro anche i lavori precedenti, in particolare “Heterocetera”, sei brani che sono il naturale complemento introduttivo all’ascolto del nuovo album.
Il video di “Hunted”