CONFRONTATIONS: PIPPO LIONNI, AZIONE E REAZIONE

Questo giro gioco in casa, si parla di Circostanza #2, festival di letture, musiche e performance tenutosi dal 22 al 29 settembre presso la struttura delle Ex- Leopoldine a Firenze. Il festival era organizzato da Stanza251, che se state leggendo ben conoscete, e da Cartavetra, uno spazio unico a Firenze (e non solo) perchè è uno di quei luoghi in cui per descriverlo si sprecano i “ma anche” dovuti alle molteplici attività proposte intorno all'arte contemporanea.

Evento finale della settimana è stata l'esibizione di Pippo Lionni (live painting), Sergio Corbini (piano, elettroniche) e Stefano Franceschini (sax soprano e baritono, elettroniche).

Lionni è un artista americano di evidenti origini italiane che vive tra Parigi, il Chianti e la Svezia e propone un'arte totale non definita in un solo genere, posta trasversale su varie discipline.

Nello specifico l'evento di sabato scorso fa da compendio naturale alla mostra allestita da Cartavetra completandone la visione ed aprendo nuovi spunti di apprendimento da angolazioni diverse.

Pippo Lionni lavora inginocchiato sul grande supporto bianco steso sul pavimento, al centro dell'emiciclo formato dal pubblico. Silenzio. Un suo battito di mani, riverberato dall'acustica cinquecentesca, dà inizio alla performance. Lionni non usa pennelli ma solamente una spatola da intonaco (svedese preciserà poi) con la quale segna, stende, sgocciola il colore rigorosamente nero: i fruscii, lo sfregamento, i colpi sono già parte della composizione istantanea combinata con i due srumentisti, che prende corpo e si dipana nel tempo.

Attenzione, perchè non si tratta di una pittura con accompagnamento musicale e nemmeno di musica ispirata dalla pittura: è piuttosto l'esecuzione di un trio che si muove in un'unica direzione emozionale, un trio in cui uno degli strumenti è la spatola, ma potrebbe essere qualsiasi altra cosa.

La performance si suddivide in due parti (e due tele) e nel tempo che intercorre tra la prima e la seconda Pippo Lionni tratteggia la sua storia artistica, risponde alle domande degli spettatori, racconta aneddoti, con inaspettata vena intrattenitrice, lontano anni luce dagli artisti seriosi, persi sul loro inarrivabile e ispirato piedistallo.

La seconda parte riprende, recuperando la concentrazione iniziale, fino alla conclusione e di nuovo allo spazio per i commenti.

Ma qui parliamo di musica, quasi sempre, e quindi diciamo delle linee parallele di Corbini e Franceschini, che spesso si incrociano, poi si ritirano, sovrapposte o in solitario, sempre con sapiente dosaggio di cluster pianistici, breaks di sassofono, apostrofi elettronici, silenzi: la spatola di Lionni una volta è un nervoso percussionista, poi una carezza ruvida, poi puntini, clic, poi soffi rochi. Se non si guarda (non è possibile non guardare) sentiamo un trio che accomuna jazz e contemporanea, in equilibrio col luogo che li ospita, in una esecuzione unica e irripetibile.

Fortunatamente per tutti questi momenti sono spesso documentati con video registrati ed anche su un CD uscito poco tempo fa per la label inglese Slam a testimonianza che poi di musica si tratta.

Il CD, intitolato Actionreaction 1, racconta il primo incontro e gli sviluppi successivi in sette composizioni che concentrano l'attenzione solo sull'ascolto ma che tuttavia non possono prescindere dal produrre visioni.

E qui si torna all'inizio, alla pittura, alla musica, al “ma anche”, che poi è quello che cerchiamo.


Il CD lo trovate qui: http://www.slamproductions.net

Roberto Cagnoli