Bestiarius immaterialis - Toricorno

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Al centro della fronte nera, spaziosa, un buco. Un cono di nulla che attraversa il cranio. Un cono di buio che nessuna luce può illuminare. Un cono di ombre impenetrabili. Sembra pieno, il buco che porta sulla fronte il toricorno. Tuttavia, i corpi materiali: pietre, foglie, insetti, acqua, persino l’aria, possono accedervi senza perdere di concretezza, senza scomparire, senza essere risucchiati da alcuna forza misteriosa. E senza poter vedere o ricordarne alcunché. 

Cosa c’è dentro il buco del toricorno? Questo non è dato saperlo. Si potrebbe anche tentare di estrapolare questa informazione dalla mosca curiosa che ne è arrivata al fondo. Non se ne ricorderebbe. Si potrebbe uccidere o immobilizzare un esemplare di toricorno e scrutare con maggiore attenzione dentro il buco, utilizzare qualsiasi strumento per aiutare l’occhio. Il curioso scorderebbe subito quanto visto e tornerebbe a cercare ossessivamente una risposta dentro quel buco senza luce né memoria. Si potrebbe chiedere al toricorno, ipotizzando di riuscire a comunicare con l’animale. Potrebbe essere una soluzione, quel buco rappresenta forse le intenzioni più intime e nascoste dell’animale. Potrebbe infine svelare l’interno del buco. Diradare le ombre e creare lo spazio per delle risposte. 

Questo ha a che fare con la sua vulnerabilità.

Nel malaugurato caso un toricorno decidesse deliberatamente – ipotesi fantasiosa quanto distante dalle possibilità del reale – di «mostrare» a tutti le pareti curve del buco che porta in fronte, nello sciagurato incidente che lo porterebbe a denudarsi davanti all’universo intero, in quell’orribile evenienza si nasconde la certezza della fine, la chiusura del cerchio, la mano del Tempo che si chiude a pugno e segna il risveglio del Dì e della Notte, e il termine ultimo dei sogni di lei, quindi del Tutto.


Testo: Andrea Cafarella

Illustrazione: Emiliano Martino


l'immagine di copertina di questo blog è stata realizzata da lucia foti