Bestiarius immaterialis - Sugnola

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Pesce antico e pietroso. Nuota poggiandosi al fondale e carezza tutte le sozzure del mare, lo sporco è la sua casa. Ogni esemplare ha il suo verso di terra, con cui scandaglia la superficie del fondo, e il suo verso di mare, con cui scruta il blu in cerca di qualcosa. La sugnola somiglia in tutto e per tutto alla sogliola. La differenza tra i due pesci è che la più comune sogliola tende a mimetizzarsi e fare di questo suo bislacco metodo di spostamento la sua forza e la sua armatura; mentre la sugnola si comporta in maniera diametralmente opposta: poggiandosi sul manto terroso cambia colore per formare un contrasto appariscente. Si fa notare, la sugnola.

Nelle ere questa scomoda qualità della sugnola ha portato più volte al limine della sua estinzione, perché chiaramente tutti i predatori degli abissi, soprattutto i più pigri, hanno approfittato per banchettare sull’egocentrismo di questo pesce dal portamento incoerente e disarmonioso. Hanno approfittato di lei, gli altri pesci voraci.

Tuttavia la sugnola ha imparato la lezione dell’universo e ha accettato la sua natura. Si è adattata alla sua natura. Per sopravvivere ha trovato una strategia di branco, che le consente di vivere in pace e riprodursi in gran quantità. 

La sugnola risplende nel buio oscuro degli abissi e quando s’avvede di un grosso cetaceo o un pesce di una grandezza sufficiente, gli si tuffa tra le fauci e tiene il respiro in apnea. Si annida nello stomaco di questi giganti oceanici e aspetta fratelli e sorelle. Crea il suo habitat naturale parassitario, vive nella quiete assoluta di uno stomaco la sua vita bentonica. Prolifera, moltiplicandosi in migliaia di piccole larve. Quando lo spazio si fa troppo angusto per sì tanti esemplari, la famiglia si riunisce e scava un varco nel corpo dell’ospite che le ha protette fino a quel momento, uccidendolo. Infine il branco si poggia sul fondale ricoprendolo interamente per miglia e mimetizzandosi, come una gigantesca zolla di terreno, che per la sua grandezza, appare solo leggermente difforme. 


Testo: Andrea Cafarella

Illustrazione: Emiliano Martino


l'immagine di copertina di questo blog è stata realizzata da lucia foti