Bestiarius immaterialis - La volpe gigante

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Sette code di pelo fanno da cornice al corpicino agile della volpe, come fossero un’unica coda di pavone immensa, di color arancio sbiadito e con le punte bianche. Ognuna di esse è attratta da un elemento: acqua, terra, fuoco, aria, fogliame, pelle, spirito. Ed è così che la volpe gigante approccia ogni entità che incontra: sfiorandola delicatamente con una delle sue sette code e scoprendo così, esattamente, la materia di cui è fatta la creatura che la volpe si trova di fronte.

Esiste da sempre, la volpe gigante, e continua a crescere, ad aumentare di taglia. E dopo aver raggiunto la stazza del cane, di Homo, dell’orso e poi dell’elefante, adesso si misura con gli alberi e sembrerebbe pronta a svettare accanto ai monti. Grandi animali le si accovacciano sul manto scambiandola per una roccia ammantata di strana peluria vegetale, morbida e comoda, un ottimo giaciglio sul quale accucciarsi e dormire. D’altronde dormire sulla volpe gigante è un’esperienza mistica che alcuni animali praticano come fosse un rito di passaggio, anche se c’è sempre il rischio di morire. Sia per mano sua, della volpe, per sua propria volontà; che per un suo inconsapevole gesto, nel sonno o durante i primi movimenti appena sveglia. Un accenno di moto incurante che rapidamente schiaccia e uccide. 

La volpe gigante è così astuta che ha fregato la morte e la natura. Così astuta ed egoista che ha fregato tutti, persino sé stessa. E così, annoiata dal mondo senza fine, che si rimpicciolisce ogni giorno di più e che lei stessa ha creato e cercato e trovato infine, si aggira per le praterie e le foreste i cui alberi man mano vede sempre più come suoi fratelli, più di altri animali che un tempo furono simili a lei. Sto diventando un albero? si chiede di tanto in tanto accarezzandone le fronde col muso. E un riflesso ancestrale del ricordo di nasi e zampe amiche la prende alla sprovvista. Una nostalgia atavica, incolmabile, un’assenza eterna e gigantesca.


Testo: Andrea Cafarella

Illustrazione: Emiliano Martino


l'immagine di copertina di questo blog è stata realizzata da lucia foti