Bestiarius immaterialis - Odrata

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Immersa in una bolla. L’odrata è l’unico essere, la cui vita si svolge nelle profondità marine, che non entra in contatto con l’acqua salata dei mari, se non al momento dell’emersione, paradossalmente. Si presenta come un grande pesce di forma ellissoidale, le sue squame sono del colore del cielo e delle nuvole, la sua bocca segue la forma del corpo e nessuna pinna sporge dalla superficie del suo ventre o della sua schiena. Grandi occhi vitrei e scuri come il fondale incastonati ai lati del muso. Nessuna branchia. Nessuna coda, ma un ultimo curvarsi del corpo. La bocca può spalancarsi formando una curiosa circonferenza che raggiunge il diametro dell’intera misura del pesce. Teoricamente potrebbe mangiare se stessa, se lo volesse o lo potesse anche solo pensare, sospettare, desiderare.

L’odrata vive dentro una bolla da essa stessa formata. Non riesce a nuotare né a respirare sott’acqua. È nata all’interno di una sfera d’aria che, spinta dalla corrente, può salire casualmente a galla. Quando l’odrata sorge, emergendo dalle acque, la bolla esplode, lasciando congiungere l’aria che vi stava all’interno e che era dell’odrata sola, all’aria ch’è di tutti. Il cielo ritorna al cielo. 

A quel punto, e solo a quel punto, l’odrata canta una melodia perfetta e disturbante. Il canto si espande e si lega al vento e percorre infinite strade immaginarie in ogni direzione e verso ogni luogo. Alcune particelle d’aria, quelle particelle d’aria, esattamente quelle e non altre, provenienti da ogni dove e da innumerevoli venti innominabili, sentendo quel richiamo inconfondibile, si raggruppano muovendosi verso l’odrata e formano attorno a lei una bolla inscalfibile, se non dall’aria stessa, uno scudo, una protezione totale e un limite assoluto, preservandola da tutto e tutti, sott’acqua. 

Soltanto un essere speciale e particolarissimo, un plancton secolare, riesce a oltrepassare quella barriera e a entrare e uscire liberamente dalla bolla. Esso è il nutrimento dell’odrata e l’unico amico e l’unico essere con il quale l’odrata riesce ad avere un contatto, un attimo di aderenza, di accoglimento, di amore. Quel plancton, per l’odrata, è il suo unico; visto che essa non sa, né può immaginare, che il suo canto risuona nelle orecchie di tutti noi ed è parte del silenzio stesso. Non sapendo di poter toccare, attraverso la sua voce, ogni cosa esistente al mondo; eccetto che sott’acqua, il posto in cui vive, dove nessuno la sente.


Testo: Andrea Cafarella

Illustrazione: Emiliano Martino


l'immagine di copertina di questo blog è stata realizzata da lucia foti