Bestiarius immaterialis - Il kakanino

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Tra tutti gli uccelli è il più minuto. Le sue dimensioni, ad ali raccolte, equivalgono a quelle di una mosca, seppure le sue ali, lunghe il doppio del suo corpicino ossuto, aumentino la percezione spaziale che dall’esterno se ne può avere. Il kakanino vive in spazi chiusi, perché immerso nell’aperto cielo sarebbe spazzato via dal vento, gigantesco spettro invisibile che spira in ogni dove.

Spesso, quando due o più kakanini riescono a trovarsi e riunirsi, essi scavano il fondo della terra creando cunicoli e gallerie dove svolazzare in santa pace. Molto più spesso essi non riescono a trovarsi, oppure dopo essersi trovati vengono divisi da una sferzata, pur flebile, d’aria cattiva, del nemico fraterno. Comunque vada il kakanino continua a sbattere le ali.

Quando è rapito dal vento presuntuoso, trascinato via a forza, il kakanino può diventare preda di qualsiasi bocca aperta, incurante, inconsapevole, che semplicemente rilascia il peso della vita in uno sbadiglio; o che si appropinqua a del cibo, energia vitale, con veemenza; oppure può accadere che il kakanino venga trangugiato accidentalmente dalle fauci di un’altra creatura nell’atto d’emettere un verso – uno spiraglio di linguaggio più o meno articolato, più o meno consapevole, più o meno sensato. Per questo motivo muoiono a milioni, i kakanini sparsi nel cielo, quasi invisibili, senza che nessuno se ne curi. Eppure il kakanino continua a sbattere le ali perché questa è l’unica cosa che può fare. Qualcuno di essi si è arreso, accasciandosi al suolo e diventando corpuscolo nel soffio d’aria cosmico che tutto carezza. E nessuno degli altri ha pensato, nemmeno per un attimo, che ciò non fosse legittimo. Qualcuno di loro li ha pure invidiati, i morti, eroi dell’arrendevolezza. Eppure il kakanino continua a sbattere le ali, anche da morto, anche se non esiste, anche se sbattere le ali non vuol dire propriamente volare.


Testo: Andrea Cafarella

Illustrazione: Emiliano Martino


l'immagine di copertina di questo blog è stata realizzata da lucia foti