Circostanza 251 - faglie
Scrivere e fotografare di spostamenti, di rotture, di smottamenti e di fratture lungo linee di faglia. Accade, accadrà, è nella natura delle cose. Lo è anche nella società: le economie, le appartenenze, le tensioni politiche e identitarie scatenano e scaturiscono da faglie. Prima erano convivenze, poi sono conflitti.
Come rendere leggibili queste faglie? Come raccontarle?
Viaggiando, annusando, guardando e fissando le cose: in taccuini, in pellicole oppure in file sonori.
Questo ho fatto per alcuni anni, dal 2003 al 2015 con molta frequenza: Baltico, Europa Orientale, Caucaso. Cercando, accidentalmente incontrando, le linee di rottura, le faglie.
Avendo sempre in mente il lavoro di due maestri: Paolo Rumiz e Luigi Ghirri. Il primo ha saputo come pochi altri rintracciare i punti di rottura e percorrerli nei suoi reportage; il secondo ha saputo cogliere il mistero oltre l’indefinito. Le faglie sono così. Poco visibili. Ghirri ha saputo raccontare l’indefinito oltre la nebbia. Quel che non si vede l’ha mostrato nella sua incompiutezza. Intangibilità.
Io ho provato a seguire il loro insegnamento.
Enrico Bianda