Visita in studio - Luca Matti
Se vi capiterà mai di entrare nello studio di Luca Matti, sarà come fare ingresso in una fabbrica di inizio Novecento, un salto indietro nel tempo dentro una officina della pittura e del disegno. Qui l’artista è un meccanico delle forme, un allegro operaio che dà concretezza alle proprie visioni anche attraverso la fisicità degli oggetti che lo circondano. Lo spazio è ampio, ma non enorme, è un accogliente magazzino /caverna a misura d’uomo, in cui tutto pare a portata di mano, pur nell’accumularsi dei materiali: disegni, tele completate, lavori ancora in corso, grandi sculture in gomma appese alle pareti, tanti libri, riviste illustrate, pile di cd. E poi collezioni di strani oggetti, bottiglie, strumenti musicali, misteriose tubature, filamenti, modernariato vario. Naturalmente ci sono tutti gli strumenti che vi aspettate di trovare in un luogo del genere: foreste di pennelli, lattine di solventi, spatole, matite, preziose carte, colori ammassati su carrelli metallici.
La prima impressione è quella di trovarsi in mezzo ad un maestoso disordine, dentro un regno fantastico ma assai caotico. Dopo un po’ che siete seduti in poltrona e vi guardate intorno, cominciate a capire che tutta quella roba affascinante pare mescolata a caso, ma in realtà corrisponde esattamente all’ordine emozionale di chi opera in quello spazio. E’ un teatro vivente, un luogo di azione e creazione, una camera delle meraviglie allestita in modo impeccabile. L’inesauribile energia di Luca Matti si irradia ovunque e colloca ogni elemento al giusto posto. All’interno di questo teatro si dispiega una magia potente - ma amichevole - che blocca i visitatori in una dimensione fuori dal tempo. Possiamo dimenticare il calendario e gli obblighi di tutti i giorni. Un sogno. Un vero studio d’artista.
Stefano Loria (testo)
Carlo Zei (immagini)