Corallo
cominciamo da tutto
tutto quanto sia danza
e danza e danza
esistono scale minori e maggiori
per ogni lembo del mondo
da annusare in un altro giro
oggi o domani non sarà un mistero
in distesa rosso di gerani
su verde accecante
è nella stagione
nessun tempo da buttare
saranno sempre le corde della voce
posati i fotogrammi
piegate le vestaglie
riposto o tagliato tessuto nel baule
le vocali sono brevi e lunghe
questo abbiamo imparato
si compongono amabili
duettano come improvvisatori
quando i sassi sotto l'acqua
come stanno soli nel casino
senza intervalli
sono stati troppi i lutti
chi ha tolto gli ormeggi
chi ha lasciato il pianeta
ali di farfalla abbellivano
il grigiore stanco di ogni santo giorno
non so non so questi allontanamenti
come proseguire con ultimi rimasti
che abbiano in dono le buone viste
i pugni in tasca sempre
per dilatata adolescenza
amori miei
per nome e cognome
per appassionarsi
per attendere e alzarsi
a ballare un lento
l'istante in cui partiamo
si riconoscono più capodanni
in dodici mesi stanziali
dedicati agli aspiranti di qualcosa
quanto sia importante per proseguire
aspiranti e praticanti
ogni azione è pratica
i verbi possono essere vocazione
con la pioggia con le mani
quelle rose sono pura fantasia
al piano terra fra sole e ombra
gioielli e spine nella memoria
come è stata allora la notte
gatti indaffarati facilmente impressionabili
cornacchie veloci private degli alberi
vibrazioni meccaniche del mondo
ce ne sarà uno migliore se
lo prepariamo operosi
intanto tante carezze consolatorie
per i piccoli e una lista di desideri
di varie taglie a preferire
bentornata lentezza
bentornato vuoto
le vostre belle dimore
invisibili e salde
occhiate pesanti per non perdere niente
guarda i voli delle foglie sottovento
inganno le attese a solo piacere
cure affettuose nella parola insieme
una leggera penombra
dove c'è inizio e c'è fine
siamo riti di passaggio
cresciuti ricamati smagliati
vestitini composti mai perfetti
nelle pinete a frescheggiare
Viareggio così demodé e pop
non si può tralasciare
oleandri in forma di alberi
intorno e intorno
ho guardato i miei piani
i miei piani raccontano una vita
una vita intelligente
quanto opportuna quanto
riposa negli archivi
taccuini sacripanti da copertine collage
sussurrano ancora fiori e fantasmi
istantanei belli e buoni
battono battono come altri tempi
uno schiocco di dita
per girare il disco e mescolare i suoni
gli intervalli sono miele
la sintassi dei colori
è una grammatica a sé
per molte ragioni
amoreggia soave in comunanza
è un abbraccio all'aria aperta
di stelle di diamanti nel campo visivo
classici destini e brindisi
un carattere un destino esplicito
esiste meno nebbia a persona
buon domani buon domani
nessun caffè nessuna emozione
nel tuo giornale intimo
questo tu vuoi
ravvivare la bellezza
giardini vecchio stile
mercatini come palcoscenici
viaggi mancanti di grandi novelle
in notturna medio oriente
una bella poesia
è uno spostamento d'aria
ne siamo spettatori
puri con semplice rispetto
in carrozza, signori
le tappe sono successe in ordine
infinitesimali facile a dirsi
guardare tanto guardare
angoli pittoreschi a braccio
ogni belvedere fermo immagine
lago di acqua poco profonda
luce tagliente nella stazione dismessa
una linea due linee
i tragitti portano bene
si fanno e si respira
il cielo è al completo
adesso è una salmodia
con cantilene dentro fino alle ossa
i suoni e le loro materie
l'inchino dei glicini sulla strada
immacolati mai pesanti
rivoluzionaria gentilezza
o l'amore
il gioco ingenuo delle capriole
scivolare via di lato è un'arte
l'arte dei pesciolini dorati
di notte di giorno
nessuna traccia ne parla
la sorpresa sorridente
più strano di quanto sia davvero
esiste vivere alla macchia
millimetri interi, frazioni di orologio
nessun vincolo da firmare
in cima ai pensieri
nelle liste su liste
rimaniamo pur sempre debuttanti
e non cambiamo questo
inizio nei passi avanzati
sempre un nuovo inizio
sempre sia
la saggezza richiede
cose molto leggere, per favore
debutti seguenti e classi distinte
si fa un amore si fa un caffè
si indossa un abbraccio
si regalano volumi
si prendono bottiglie
tutti i felici momenti a ripetere
i tempi lunghi delle raccolte
una torta, in ogni caso
così è possibile allacciare i nostri mali
la vicinanza di me e te
i mali messi fra parentesi
nelle stagioni di mezzo
e le loro carine residenze
ci vuole un pezzo di tempo
una fetta cremosa fruttata
come si chiamavano le pene
se battiti di ciglia formano applausi
se gli aquiloni non volano da soli
il viaggio è questo
fatto di pause
fatto di lunghezze
fatto spazio dopo spazio
osservazioni tante osservazioni
solo un caso per cartoline
antiche o moderne
un viaggio è un viaggio
non ha fretta
non cerca ossequi
si lascia correre dentro cortili
sempre pieno di voci
vasi comunicanti a buon mercato
un sole molto caldo
angoli da non fotografare
si fa anche a meno
ragazzi e ragazze saltellano
dentro il cerchio fuori dal cerchio
cambiano la pelle
come i serpenti fanno
insegnano a gesti idee
fratelli e sorelle in altre sponde
quando non dimenticano
quando se ne vanno anzitempo
ci stanno almeno ascoltando
voglio crederlo
a soffi quei fiori di argine
a soffi si sciolgono e salgono
cari libri appassionati
quando è stato un felice giorno
un martedì forse un sabato
non è importante
viviamo in una costante soap opera
ciecamente
alla fine del dipinto
una fresca arietta
ho disegnato molti elementi
ho disegnato i contorni
un'isola una vasta radura
i villaggi del paesaggio cinese
ho giocato con titoli impossibili
ancora oggi
una musica raccoglie tutto
consegna al punto più alto
a stare bene a galla
centinaia di mattine
un'aria piena di risate
alcune arie cantabili di metà estate
prendono rifugio
si fanno d'oro per gradirci
benestare invitante
rosari danzanti
calendario illuminante
un vero peccato che
persone comuni o singolari
abbiano perso segmenti di cuore
confetti dopo le nozze
pezzi di nastri a terra
l'estate sa essere
anche spettrale, senti il silenzio
guarda le persiane socchiuse a siesta
i vacanzieri abbandonati
l'aria condizionata da sola
le domeniche lisce
quanto manca al ritorno
senza fiato è questo minimo
leggero alito di vento
miglia e miglia
un mazzo di narcisi
contati a due a tre
omaggio pallido pallido
sul tavolo tek e ferro
pensatoio caro
come luogo di pausa
come luogo di collezione
come sala parto
un oceano che mormora
pieno di luce
alle croci non c'è pace
elemento dopo elemento
oggetto su oggetto
le giornate messe insieme
di mattina prestino
non dimenticare niente
per sette mari
alcuni continenti
siamo stati noccioli
e prima semi
polline
petali e scaglie
lo stato delle cose
non mente
perché tutto questo odiare
continuo a non capire
è fuori dai limiti
dai cartelli storici bellini
la periferia ha battiti importanti
indirizzi sconosciuti
qualcosa di nuovo
ancora una volta
omaggi di posti vivaci
amaranti ogni dove
ecco la carta
ecco le matite colorate
su scaffali aperti
come volumi in catalogo
circostanze e corpi
in levare
differenti alloggi per tutti
il gioco di impressionare
o meno un fotogramma
troppo pochi attivisti
saccate di indifferenti
così non si procede
a piangerne ier sera
conosci tu
luoghi inospitali
niente zucchero niente empatia
dispiace tanto
le stonature a pelle
i mancati abbracci
di parole di idee
fa parecchio freddo
più di marmi bianchi
questo come è
aerei stanno passando
Nata a Pistoia nel 1963, Elisabetta Beneforti vive e lavora a Firenze. Con Luigi Oldani è redattrice di “PioggiaObliqua”, rivista on line di poesia letteratura arte fotografia. Sue poesie e traduzioni sono presenti in plaquettes, antologie, riviste, opuscoli autoprodotti. Ha collaborato con la rivista “Il popolo del blues” e con l'emittente radiofonica Novaradio. Sempre interessata alla commistione fra differenti linguaggi artistici, ha lavorato con musicisti e videomakers in alcuni progetti di spoken word.
Per Smith Edizioni ha pubblicato la raccolta di poesie Senza permesso e il romanzo Ancora svegli non intendono dormire.
La scrittura è creatività gioiosa.
fotografie di Carlo Zei