Di luce
I
Di matite su carta
di luce dirompente
anche dopo innumerevoli
anni, tutti in ripetizione
scardinati, replicati
se posso notare le differenze
significa un qualcosa
una non colmabile
immensità.
II
Vampirizzati, svuotati, eppure
capaci di tracciare
segni sull'acqua, indelebili,
come se la mano
operasse staccata dal
resto del corpo
sa fare, non finita
ferire all'occorrenza.
III
In ascesa, nettamente una
vittoria tutta luminosa
pare così, da questo pomeriggio
con i palazzi di memoria
cadenti, imponenti
una città mai abitata
tranne che in sogno,
quando mi sveglio dovrò
ascoltare i disegni
la loro intensità.
Stefano Loria