Tre poesie
Cammino,
e la mia ombra mi cammina di fronte,
e la luce la sposta.
La vita è l’ordine femminile delle cose,
un grazie a caso le parole che partono,
il foglio col pagliaccio che scivola
sotto la porta,
la mossa della carta onnivora.
Il cuore non si specchia nell’invincibile
giacca di pelle,
si abbina a lei
come la spugna bagnata alla boa,
come l’aria alla doppia elica, il fuoco all’avaria,
il suolo a questo tacco.
Diffido: dal punto traggo già
la frase dopo.
Mi spia un vicino
preoccupato, - Sto mangiando
-la mia casa- e non ho tempo -.
Suppongo la Terra una menzogna,
valle di garbo fra spiriti polari:
a norma è neanche il clima,
tradito da se stesso in poche ore.
Dici –Ora! – per parlare.
Grido sempre in conseguenza
del mio essere eccezione.
ITALIA.
Cerco d’essere. Fan meglio in molti.
Agli amati mi presto e loro mostro
le vie a me destinate,
un capo, coda, appena un’isola,
scovata preziosità d’amante.
Sta il diamante in corpo alle città,
vergine e devoto
come il servo risparmiato alla cucina
o al cesso,
che dorme nolente.
Cecilia Samorè