Improvvisi # 3 Lampi
Sono condannato alla superficie, all'apparenza, che altro vuoi valutare soppesare, ampliare a dismisura oppure comprimere come l'universo disposto sopra un tavolo in una vecchia lettera che un giovane maestro mi scrisse innumerevoli anni fa, nell'intermittenza delle fortune, con le rovine sempre in attività, la polvere che si deposita rapidamente nella stanza, e le pareti sfondate panoramiche, con l'esito di farmi sentire ancora più gravemente fuori posto, e subito mi pare che l'esistenzialismo sia una modalità invecchiata per descrivere come mi sento, ci vorrebbe un punto di scrittura impersonale, uno strumento affilato che però purtroppo non mi appartiene, per tagliare e raccontare in modo meno emozionale e confuso, un reticolo che trattenga l'immagine senza deformarla, senza avvilirne lo splendore iniziale, come quando ti sporgi a guardare dalla cima di una collina quieta il paesaggio della campagna che si distende e promette una resistenza della mente.