Origami # 1 - Viviana Valla
Ancora sulla pittura, che non era mai scomparsa, dissolta nella pigrizia di uno sguardo forse, ma non del mio. Per me era sempre rimasta una indicazione, una aspirazione, come una nuvola di frecce mentali in sospensione, immobilizzate, pronte a saettare per raggiungere punti differenti della stanza, per dare volume, profondità e stacchi dinamici a tutta la visione. Così ho incontrato la pittura di Viviana Valla. Materiali adatti alla costruzione. Pareti, certamente, montaggi di stanze, corridoi che forse avrò paura di percorrere fino in fondo, anche se l'atmosfera è tersa, mi muovo dentro un cristallo. Progetti di architetture secondo la prima interpretazione, tracce che serviranno ad edificare qualcosa, se resta un futuro. Oppure materiali organici, terra, foglie. Foreste in cui è difficile entrare, l'apparenza è di leggerezza ma poi il paesaggio si rivela costituito da innumerevoli strati super densi, sostanze impenetrabili sovrapposte per raggiungere ampie e sorprendenti discontinuità. Potrebbero essere grandi masse di informazioni, dati quasi infiniti, compattati a formare un confine della visione. Ma non è solo un dominio della scienza che ho intravisto, il demone del controllo, la totalità inquietante. Qui le rivelazioni sono cangianti e lasciano sempre attive molte alternative. Come gli oceani del pianeta Solaris nell'omonimo film di Andrej Tarkovskij - capaci di materializzare le proiezioni della mente di chi guarda in profondità – le creazioni di Viviana Valla mi suscitano ricordi ed anticipazioni, sollecitano la mia immaginazione. L'emozione in queste opere resiste anche sotto forma di irradiazioni luminose, venature che tagliano gli spazi e ne consolidano le strutture. Quando incontri Viviana di persona, tutto è semplice: una giovane donna forte, intrepida, intuisci che sa pensare mediante solide figure. Quando guardi le sue opere, il tracciato si complica, le possibili interpretazioni si moltiplicano e in un attimo l'aria è satura di una materia assolutamente contemporanea.