Hotel Pipe Dream

Poof! These things, they come and go.

"Your opium den or mine?" the Night Porter asked his escort/bodyguard for the afternoon.

She held the drug to her nose, its incense a preliminary flash of the stupor to come. "Why don't we go to your hotel?"

"Cuz, like I said, it's not my hotel, and I don't wanna get fired."

"What’re you talking about? It is your hotel. It’s always been your hotel. But if you’re so worried, I'll rent a room. There’re hardly any tourists this time of year, and the locals will have gone to the circus to see the snake charmers. You come a-knockin' when all’s clear and we'll blow this ope together."

After some initial confusion, a rainbow flesh-toned picture formed in the Night Porter's head. "Yeah, that oughta work."

"If someone shows up who needs a room, they ring the bell, right?"

"That's how it goes, usually."

"Then why're you driving so slow? There's never any cops in this part of town."

Vroooom! The Kranepool loomed before them in no time at all. A technicolor event trail flashed in the rearview mirror.

Smoke, mirrors and an atypically chic Night Porter

There'd been dead evenings at the hotel before, but this one abused the privilege. The lobby's usual echo-chamber refused to answer halloos. The Night Porter pretended to scrutinize the key-rack behind the Reception Desk. "How 'bout the Presidential Suite? Never been occupied before. Or else I could give you...oh, let's see...single room 007 on the ground floor."

The Kranepool's formidable new guest/aspiring employee held out a large, graceful hand. "Smaller rooms enhance intimacy," she said, and turned to go.

The Night Porter went into the poky little chamber behind the Reception Desk, donned his blazer and clip-on tie, set off on a security round. Nothing. Nobody. A clutch of spiders behind a hallway mirror on the 13th floor. He rode the service elevator all the way down.

A church-like odor and atmosphere permeated the lobby, interpolated with womanly whispers and giggles. 'Sounds like the party's started without me,' he thought, and went to knock at Room 007. No one came, but the door'd been left ajar. He entered, and saw the muscular escort/bodyguard pass a pipe to Regina the Flower Girl in slow, slow motion.

Regina in the stairwell.

The willowy waif had been absent from the Kranepool for quite some time. Her boutique in the lobby had long lain Venetian-blinded, left to exude a louche vegetable perfume.

"Where've you been?" the Night Porter asked her. "What've you been up to?"

"Growing poppies," she said, and her tank top vaporized. "Hot in here. Like a hothouse."

A silvery bell rang. Someone in the lobby wanted a room. What if they wanted 007. What if it was a member of The Management.

The Night Porter shook himself awake. There were no snakes anywhere. The Kranepool's lobby was bathed in the soft yellow light of dawn. Ants and cockroaches crawled amusingly just under his skin. Someone’d left a note on the counter. Blue ballpoint hearts dotted the i's.

"Got a job! “ he read. “Guarding poppy plantation and taking care of owner. See you soon???"

The Night Porter rubbed his eyes, sighed in disappointed disbelief. When he looked down at the desk again, there was no note.

A vivid flashback came, in which the glamorous, dangerous bodybuilder held a helpless but willing Regina the Flower Girl in a Louisiana lip-lock. He wasn't in the picture, badly as he would've liked to be.

"Life's a dream," he said, to the empty lobby's furniture. "And dreams are smoke. I've been overdoing it with the opium."

He clocked out when the day clerk came on duty, and drove to a nearby health food store for a spinach shake with a sprinkling of blue-green spirulina.

***

Sfumature d'hotel

“Una stanza, prego.”

"Andiamo alla tua fumeria o la mia?" chiese il portiere di notte alla sua temporanea escort/guardia del corpo.

Lei si portò al naso la palla nera di droga. L'incenso era un preavviso dello stupore a venire. "Perché non andiamo al tuo hotel?"

"L’ho già detto. Non è mio, e non voglio che mi licenzino."

"Ma che dici? L’hotel è tuo. Lo è sempre stato. Ma se ti preoccupa tanto, mi prendo io una camera. Ci sono pochi turisti di questa stagione, e gli autoctoni saranno al circo per vedere i domatori di serpenti. Vieni a bussare quando è tutto tranquillo e ci fumeremo insieme quest’oppio."

Dopo un attimo di confusione, al portiere di notte si formò una visione color pelle in testa. "Potrebbe funzionare."

"Se qualcuno dovesse entrare per affittare una stanza suonerà la campanella, no?"

"Di solito fanno così."

"Allora perché guidi così piano? Gli sbirri non vengono mai in questo quartieraccio."

Vrùm! Il Kranepool s'inerpicò davanti a loro in poco tempo. Nello specchiò retrovisore venne proiettato un film al rallentatore del loro viaggio.

il fumo svanisce.

C'erano state delle serate morte al Kranepool, ma questa qui abusava del privilegio. Non si udivano neanche i soliti echi della hall. Il portiere di notte scrutò ironico il portachiavi gremito dietro il banco dell'accoglienza. "Che dici della Presidential Suite? Non ci ha mai dormito nessuno. Oppure—vediamo—potrei darti la camera singola numero 007 a pianterreno."

La formidabile nuova ospite/aspirante impiegata dell’hotel tese una mano graziosa e gigantesca. "Preferisco gli spazi intimi."

Nel bugigattolo dietro l’accoglienza il portiere di notte si mise la giacca e cravatta-clip e partì per una ronda di sicurezza. Niente. Nessuno. Un nido di ragni dietro uno specchio nel corridoio del tredicesimo piano. Tornò giù con l'ascensore di servizio.

Odore e atmosfera di chiesa permeavano la hall. Erano udibili risatine e sussurri di donna. 'Pare che la festa sia iniziata senza di me,' pensò. Andò a bussare alla stanza 007. Nessuno venne ad aprire, ma la porta era solo socchiusa. Entrò giusto in tempo per vedere la muscolare escort/gorilla passare con suprema lentezza una pipa a Regina la fioraia.

Regina di fiori

La flessuosa trovatella era stata da tempo assente dal Kranepool. La sua boutique nella hall era rimasta chiusa. Essudava un losco profumo vegetale.

"Dove sei stata?" le chiese il portiere di notte.

"A coltivare papaveri," rispose lei, e le si vaporizzò la canottiera di garza. "Che caldo qua dentro. Sembra una serra."

Suonò un argenteo campanello. Qualcuno nella vicina hall esigeva una camera. E se volevano proprio la 007? E se fosse qualcuno de La Gestione?

Il portiere di notte si scosse dal sonno. Non c'erano serpenti da nessuna parte. La hall del Kranepool era inondata dalla pallida luce gialla dell'alba. Formiche e blatte gli trafficavano in modo divertente sotto la pelle. Qualcuno aveva lasciato un biglietto sul banco. Cuoricini di biro blu sopra gli i.

"Ho trovato lavoro!” lesse. “Guardia di sicurezza presso una piantagione di papaveri, e mi occuperò personalmente della direttrice. Ci vediamo presto???"

Il portiere di notte si strofinò gli occhi, sospirò tra deluso e incredulo. Quando guardò di nuovo giù, il biglietto era svanito.

In un vivido flashback la mercenaria dal fisico possente stringeva Regina in una tenera morsa di jujitsu, coprendola di languidi baci. Lui non c'entrava niente, per quanto gli sarebbe piaciuto.

"La vita è sogno," disse all'arredamento della spopolata hall. "E i sogni sono fumo. Sto esagerando con l’oppio."

Timbrò il cartellino appena montò in servizio il concierge diurno. Guidò verso una tavola calda macrobiotica per un frullato di spinaci con l’aggiunta di spirulina blu-verde.

Fine?

matthew licht