Manny & Kiki's Last Night at the Hôtel Istria

Manny & Kiki under the covers, and on the walls.

Manny’s snapshot made the cover, again. But the $$$ is nowhere.

Arty types who don't like making beds or washing dishes live in hotels. Manny made decent money as a fashion photographer while he teetered on the brink of international art stardom. Kiki was a local legend, nude model, nude muse, nude artist, nude naked lady.

Kiki shows what she’s got.

They'd been shacked up at the Hôtel Istria in Montparnasse for a long time, and had grown tired of the small room, the pervasive moldy smell, the stale breakfasts.

Manny turns his unconventional gaze on Parisian gams.

"So what do you propose to do about our situation, Mister Brilliant Artist?" Kiki asked—in French, of course. She never got the hang of l'anglais. Especially not when spoken in Manny's Brooklyn accent.

Kiki, oh Kiki! Oh-la-la!

Nude Kiki was immersed in her usual twilight ballet stretches before their room's tiny mirror.

Inspired by what he saw, Manny said, "Here’s the plan: we book the big suites upstairs, fix 'um up and sublet 'um out to your rich friends as Dada Surreal Luna Park haunted houses. You can dance around naked and sing naked and I'll take pictures of you naked. Then, when we got enough dough we can move our lives over to the Ritz."

An orgy scene both real and surreal.

"Huh," Kiki said, still in her native lingo. "Maybe you got something there, Manny mon amour."

She spread her eyelids in the mirror, a somewhat indecent double reflection of the shot that'd made Salvador Dali a succès de scandale. Visions of a much more glamorous grade of hotel life floated and shimmered in her imagination.

Kiki is prepared for a big party.

"Don't get dressed," Manny said, and headed for the door. "I'm gonna go out for more Gitanes."

The Tabac at the corner was clouded with a racy fug. Manny lingered, lost in a dream. A young blonde entered and requested Gitanes with a near-imperceptible American accent. 'Maybe she's the one who'll really understand me,' Manny thought.

‘No one here can love or understand me…’

He lit her up outside the smoke shop. Her fabulous face flared against the gray Parisian dusk.

"Merci," she said.

"De rien," he replied, and for a change it sounded nearly right.

“Je t’aime…”

***

L'ultima notte di Manny e Kiki all'Hôtel Istria

Un’altra copertina, un altro po’ di soldi…

Manny scruta una fotomodella poco convenzionale.

Gli artistoidi a cui non piace rifare il letto né lavare piatti vivono in hotel. Manny guadagnava decentemente come fotografo di moda mentre barcollava sull'orlo della fama internazionale. Kiki era una leggenda locale, modella nuda, musa nuda, artista nuda, donna svestita nuda.

Riflessi di sogni proibiti

Erano in residenza all'Hôtel Istria da tempo. Si erano stufati della misera stanza, l'odore di muffa, le stantie colazioni.

Kiki. Kiki! Oh-la-la!

"Allora cosa proponi, signor brillante artista?" Kiki lo disse in francese, naturalmente. L'anglais le sfuggiva. L’accento di Brooklyn di Manny poi…

La sessualità di Kiki? È giallo…

Un’altra modella subisce lo sguardo spietato di Manny.

Nuda, Kiki provava passi di balletto davanti al minuto specchio fissato alla parete. Ispirato da quella visione, Manny disse, "Prenderemo le suite dei piani superiori, le addobberemo secondo i nostri gusti e inviteremo i tuoi amici ricchi a delle feste Surreali Dada Luna Park. Tu ballerai e canterai nuda e io scatterò foto di te nuda. Quando avremo guadagnato abbastanza soldi ci trasferiremo al Ritz."

Un sogno surreale.

"Ma pensa," disse Kiki, sempre en français. "Bella idea, Manny mon amour."

Zlak! La realtà di certi rapporti morbosi.

Divaricò le palpebre davanti allo specchietto, un indecente doppio riflesso dell'immagine che aveva reso un tale succès de scandale Salvador Dali. Visioni di una più lussuosa vita hoteliera le fluttuarono davanti alle grosse e nere pupille.

"Non ti vestire," le disse Manny, andando alla porta. "Esco a prendere delle altre Gitanes."

Intossicazioni à deux.

Il Tabac all'angolo era piena di una calda nebbia profumata al tabacco nero. Manny vi indugiò trasognato. Entrò una giovane bionda e chiese un pacco di Gitanes con un quasi impercepibile accento americano. 'Forse è lei la donna che mi potrà capire davvero,' pensò Manny.

‘Nemmeno lo specchio mi capisce.’

Le accese la sigaretta fuori dalla fumeria. Il favoloso volto di lei divampò contro il grigiore crepuscolare di Parigi.

"Merci," disse lei.

"De rien," replicò lui, per la prima volta con una pronuncia quasi corretta.

“Je t’aime.”

matthew licht