Out Through the In Window: The Most Depressing Hotel in NYC

The hotel’s neon sign buzzed without rhythm, like a glowing execution device for urban insects. The sight made a sweltering New York summer night additionally unctuous and a winter's eve more dismal yet. 

The only cheerful things about the Times Square area fleabag were unintentional. The Management had put 20-watt bulbs in the cramped, unsanitary cells to save money, but they made the windows glow a warm yellow on frosty nights. No air-conditioning forced guests to leave the windows open during the hot months to avoid suffocation. This led to friendly peek-a-boo situations.

A long time ago, an amateur large breast-model won the competition to be the centerfold for a disreputable men's humor magazine. The publisher put her up in the hotel's Bela Lugosi Suite. "There was human waste material smeared on the walls," the model said. "So I spent most of my stay leaning out the window. Part of me wanted to lean further out. All the way, if you know what I mean"

The hotel was in fact a suicide magnet. Victims left notes, and pathetically generous tips for the clean-up crew.

Hello, Room Service? Would you bring up a bottle of Dran-O and a razor, please?

Room Service with a chainsaw!

This guest survived a leap from a second-floor window.

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Dalla finestra dell'Hotel più deprimente di New York

L'insegna al neon ronzava senza ritmo. Sembrava una luminosa macchina per distruggere insetti urbani. La vista rendeva ulteriormente uggiose le torride notti d'estate e lugubri quelle invernali. 

Gli unici aspetti allegri dello stabile erano casuali. La gestione aveva messo lampadine a 20 watt nelle claustrofobiche stanze per risparmiare, ma dalle finestre emanavano un caldo bagliore giallo nelle notti fredde e umide. Niente aria condizionata nei mesi caldi costringeva gli ospiti a tenere aperte le fatiscenti finestre per non soffocare. Ciò portava a delle amichevoli rivelazioni.

Tanto tempo fa una modella amatoriale tipo grossi seni vinse il concorso per essere sulla copertina di una rivista satirica per soli uomini adulti. L'editore la fece alloggiare nella Bela Lugosi Suite dell'hotel. "C'erano escrementi umani spiaccicati alle pareti," disse. "Passai il mio soggiorno appoggiata al davanzale. Una parte di me voleva sporgersi oltre. Completamente, se capisci."

L'hotel era una calamita per suicidi. Le vittime hanno lasciato note d'addio e mance pateticamente generose per gli addetti alle pulizie.

Addio, mondo crudele. Addio!

Un’ospite depressa tenta di farsi fuori col MiniBar.

matthew licht