The Most Banal Hotel in Europe
Located in a lugubrious arcade hard by the train station in a northern European town, this establishment caters mostly to weary low-budget traveling salespersons.
Clandestine couples rarely choose this hotel for their assignations, even though it'd be the perfect location for such affairs. Traveling solo? Come on in.
A not-unpleasant atmosphere pervades the lobby, where drained but hopeful middle-aged working people have settled down to wait for trains and avoid the rain.
The clerks at the Reception Desk are courteous enough. They're non-descript, of no discernible age, and hadn't intended to work in the hospitality sector before grim economic realities kicked in.
The furniture is from a giant international conglomerate that exists to fill human habitation spaces cheaply. The mattresses and pillows are comfortable, the duvets have grown frail, in response to the rise in global temperatures. If you feel cold, supplementary synthetic blankets are stored in most of the flimsy closets.
Those who want to write letters on hotel stationery are out of luck. Soap comes in plastic packets, or is dispensed from squeeze-containers in the claustrophobic shower stalls.
Breakfast is standardized. Coffee spurts from a machine, pastry is delivered from an international distributor, juices are from concentrate, cereals drop from machines that once dispensed gumballs and easy prophecies.
The rotating door doesn't work too well. The technician who was supposed to come by to perform maintenance hasn't so far appeared. Push hard. We apologize for the inconvenience.
Once you're out, you're back in the grimy light of the arcade. A train bound for another featureless town rumbles towards the station.
Life goes drearily on. There are hundreds of hotels like this one all over the old, corrupt continent.
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L'Hotel più banale d'Europa
Situato in una lugubre arcata vicino alla stazione dei treni di una piccola città nordeuropea, questo stabilimento accoglie principalmente venditori ambulanti di medio e basso livello.
Le coppie clandestine non scelgono questo hotel per le loro tresche, anche se sarebbe un luogo perfetto. Siete da soli? Prego, entrate.
Nella hall pervade un'atmosfera non sgradevole. Sui mobili non proprio uniformi si sono accomodati alcuni lavoratori stanchi di media età ad aspettare i loro treni ed evitare la pioggia.
Gli addetti alla Reception sono abbastanza cortesi. Sono anonimi, e non intendevano lavorare nel settore dell'ospitalità professionale prima che si facessero sentire certe truci realtà economiche.
L'arredamento proviene da un conglomerato internazionale che esiste per riempire a poco costo gli spazi di abitazione umana. I materassi e cuscini sono comodi, le smilze trapuntine sono adeguate alle salenti temperature ambientali. Se sentite freddo ci sono supplementari coperte di materiale sintetico nei mingherlini armadi.
Chi desidera scrivere lettere su cancelleria d'hotel resterà deluso. Il sapone è contenuto in bustine di plastica, oppure in dosatori nelle claustrofobiche cabine doccia.
La colazione è standardizzata. Il caffè sgorga da un robot, la pasticceria viene consegnata all’alba da un distributore internazionale, i succhi sono da concentrato, cereali vengono dispensati da macchinette che prima sputavano palline di gomma da masticare e facili profezie.
La porta girevole non funziona tanto bene. Il tecnico che doveva venire a fare manutenzione finora non si è presentato. Spingete forte. Ci scusiamo per l'inconvenienza.
Una volta fuori, ti ritrovi nella lurida luce dell'arcata. Un treno destinato ad un'altra cittadina priva d'interesse si avvicina con fragore sommesso alla stazione.
La vita continua, desolatamente. Ci sono centinaia di altri hotel come questo sparsi per il vecchio e corrotto continente.