Aunt Flo & Me

A friend writes from Long Island:

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A woman I know recommended I read Hotel Kranepool. All that nudity seemed offensive at first, but then it dissipated into a warm, soft dream. A scroll through past episodes led to a story about a young lady who ran away from home to work at a motel managed by an older woman who’s related to her in some way. Near-forgotten memories floated up from a murky bottom. 

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Unlike the woman in the HK story, the Aunt in my life was one of my mother’s sisters. Whenever she told my parents she wanted to adopt me, they’d answer, “Take her! She’s all yours.”

Our family battles were the stuff of legend, and it was mostly my fault. 

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Aunt Flo was easier to deal with than my parents. Practically anybody was. She’d blow into town, stay at our place for a night or two, and then we’d head off together in her old car. “To an exclusive beauty resort,” as she put it.

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There was usually a shower and a hair-dryer somewhere in the places we stayed in, so she wasn’t lying. Aunt Flo knew a lot about beauty treatments and other games. I snapped these pictures because I wanted to remember how beautiful she was, and how much fun we had together. She said it wasn’t a good idea, but as usual let me have my way. 

She was right, of course. My snoopy Pop found my secret storybook. He threw a fit, and threw me out. 

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With nowhere else to go, I showed up at Aunt Flo’s house. Turned out she lived with her girlfriend, whom she’d never mentioned. Let’s just say there was trouble. 

A woman’s real life begins where her girlhood ends.

***

Zia Flo

Un’amica scrive da Long Island:

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Una conoscente mi raccomandò di leggere Hotel Kranepool. Tutte quelle nudità, dapprima offensive, cangiarono in un morbido sogno. Sprofondai nei vecchi episodi e trovai la storia di una giovane che scappa di casa per lavorare a un motel gestito da una donna in qualche modo imparentata con lei. Tornarono a galla ricordi scomodi ma ancora caldi.

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A differenza della donna del racconto, la zia in questione era una delle sorelle di mia madre. Quando diceva ai miei che voleva adottarmi, loro rispondevano, “Prendila, è tutta tua!”

Litigavo spesso coi miei, ed era quasi sempre per colpa mia.

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Zia Flo era più facile da gestire dei miei genitori. Chiunque lo sarebbe stato. Arrivava in città e restava con noi per una o due notti, poi partivamo insieme nella sua vecchia bagnarola. “Verso un esclusivo resort di bellezza,” diceva lei.

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Di solito c’era la doccia e un fon da qualche parte nei posti dove mi portava, quindi non mentiva. Era esperta di trattamenti di bellezza e altri giochini. Scattai queste foto perché volevo avere un ricordo di quant’era bella, e di quanto ci divertivamo insieme. Secondo lei non era una buona idea, ma al solito mi lasciò fare. 

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Aveva ragione, naturalmente. Mio padre ficcanaso trovò il mio diario intimo, e mi buttò fuori. Quando mi presentai a casa di zia Flo, appresi che conviveva già con una fidanzata di cui non aveva mai fatto menzione. Diciamo che furono guai.

La vita da donna inizia quando per una ragazza finisce la primavera.

matthew licht