The Silent
Giuseppe Verdi founded a retirement home for musicians who hadn't enjoyed the success he had.
Hollywood is known as the Industry that eats its young, or maybe it's television. But they're sorta the same thing these days, aren't they? Bits of entertainment encased in solid walls of advertising. In any case, where did actors of the Silent Era go when they retired? Did some bigwig studio producer create a dignified place for them to live out their Golden Years?
Dream on.
Microphones had moved galaxies of mute stars out of the spotlight and out of the picture. They, who had no voices, no say in the matter, had to find their own way home.
A book about The Silent Hotel was published sometime in the 1970s by Editions de l'Optimiste in Casablanca, Morocco. A copy recently wound up in the Books Left by Guests shelf in the Kranepool's lobby. Pictures, mostly. Practically all pictures.
The introduction is brief: "We all had faces, then. Some of our faces earned more than others', but when the Big Heave-Ho hit we were all washed up. We got old, and then we got older. We’d already learned that free lunches are an illusion. No one was gonna take care of us if we didn't take care of ourselves and each other. We pooled our resources and bought a flophouse downtown. Got some college kids to do the heavy work in exchange for interviews which earned them degrees in Film History, Semiotics and crap like that. And now we all live at The Silent."
“No weekly- or monthly rates. No check-out time, unless it’s feet-first. No room service, but there's a supermarket not too far away, and they deliver. You're on your own if you want to eat in your room, but if you've got food that needs cooking, bring it down to the communal cafeteria. Senior slumgullion is always on the menu. It tastes like whatever, but it's free.
And you don't necessarily need teeth to eat it.
Doesn't matter if you have a Queens accent, either.”
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Hotel Muto
Giuseppe Verdi ha fondato una casa di riposo per musicisti che non erano stati fortunati quanto lui.
Hollywood è conosciuta come l'industria che divora i propri figli, o forse è la televisione. Ma sono più o meno la stessa cosa di questi giorni, ,omenti di intrattenimento racchiusi dentro blocchi massicci di pubblicità. In ogni caso, dove si sono spente le stelle del cinema muto? Possibile che qualche facoltoso regista o produttore abbia creato per loro un posto dignitoso i loro anni dorati?
Vuoi scherzare?
I microfoni hanno rimosso le stelle. Non avevano voci, né voce in capitolo. Dovevano trovare da soli la via di casa.
Un libro sulla storia del Silent Hotel si è materializzato sullo scaffale dei Libri Lasciati dai Graditi Ospiti nella hall del Kranepool. Pubblicato negli anni 70 dell'ultimo secolo da Editions de L'Optimiste, a Casblanca, è un volume pieno di immagini.
Dallo scarno prologo: "Avevamo volti, allora. Alcune nostre facce guadagnavano meglio di altre, ma quando avvenne Il Suono eravamo fritti. Siamo invecchiati, e abbiamo continuato a invecchiare. Avevamo imparato che non esistono pasti gratis, che di noi non si sarebbe occupato nessuno. Dovevamo badare a noi stessi. Abbiamo unito le risorse per comprare una stamberga sulla via dei barboni nel vecchio centro di Los Angeles. Ingaggiammo laureandi in Storia del Cinema per fare i lavori. E ora viviamo tutti insieme al Silent Hotel.”
“La rata mensile è niente. Non esiste il check-out, se non quello finale. Niente servizio in camera, ma c'è un supermercato non troppo lontano che fa le consegne. Se vuoi mangiare nella tua Suite fai pure, ma se hai del cibo che va cucinato portalo giù alla mensa. Senior Spezzatino è sempre sul menù. Non ha molto sapore, ma non costa niente.
E non servono necessariamente denti per mangiarlo.
E non importa se hai un accento straniero.”