We Curate the Vertical

Short people aren’t always too crazy about tall people. A skyscraper doesn’t love a sprawling ranch-style home. But format isn’t necessarily the enemy of expression.

Things’d grown overly horizontal, here in the Kranepool’s lobby, in our humble curatorial opinion. So we got in touch with an extremely tall artist about whom not much else is known.

Here’s what he had to say:

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When Mr Kevin called to describe the towering exhibition he wanted to mount at the Kranepool, I was bemused. “Anything goes,” he said, “as long as it’s taller than it is wide.”

But then, the last show I did was all about yellow.

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My first girlfriend in High School was taller than me. I mean, a lot taller. She also had a mustache problem, but that only made me love her more. Her name was Zayda Jones, and she was a farm girl. She observed the animals, and this made her quite frank about sexual matters. She was killed in a tractor accident a few weeks before graduation, and I really never got over it.

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Acrophobia’s never been a problem, but I know a few art collectors who won’t look out a window if it’s placed higher than the third floor. Once I held a collector by the ankles off a penthouse terrace in Manhattan. She screamed pretty loud. I told the police officers it was performance art. They let me go.

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Yellow is the tallest color. Sometimes the shorter hues gang up on her and try to take her down a peg. But yellow always slips away, flies high in all directions, ineffable and as strong as a sunbeam.

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One of the teachers at Art School said, “Make sure your reach doesn’t exceed your grasp.” I don’t think he was talking about getting cans of beans down from high shelves at the supermarket. One guy set up his easel so high he had to tie his pencil to a long stick to draw from the nude. Ok, the guy was me.

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Elogio del verticale

I nani non sempre adorano le persone alte. Un grattacielo non ama per forza una casa che si sviluppa solo a pianterreno. Ma il formato non è necessariamente nemico dell’espressione.

Le cose si erano fatte un tantino troppo orizzontali qui al Kranepool, nella nostra modesta opinione curatoriale. Quindi abbiamo contattato un artista molto alto e altrettanto poco conosciuto.

Ci ha detto questo:

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Quando Mister Kevin chiamò per descrivere la torreggiante mostra che voleva farmi installare al Kranepool, ero un po’ confuso. “Va bene tutto,” disse lui. “Basta che sia più alto che largo.”

Però è vero che l’ultima mostra che feci si incentrava sul giallo.

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La mia prima fidanzata al liceo era più alta di me. Intendo, parecchio più alta. Era anche baffuta, ma ciò mi fece innamorare ancora di più. Si chiamava Zayda Jones, ed era una ragazza di fattoria. Osservava gli animali, e questo la rese alquanto franca in riguardo al sesso. Rimase uccisa in una sciagura di trattore qualche settimana prima del diploma, e non sono mai riuscito a farmene una ragione.

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L’acrofobia non è mai stato un problema, ma conosco alcuni collezionisti che si rifiutano di guardare da una finestra se è più alta del secondo piano. Una volta tenni una di loro per la caviglie dal terrezzo di una penthouse a Manhattan. Urlò piuttosto forte. Dissi ai poliziotti che si trattava di performance art. Mi lasciarono andare.

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Il giallo è la tinta più alta. A volte le altra tonalità fanno combutta per umiliarla, ma il giallo se la svigna, vola verso l’alto in ogni direzione, ineffabile e forte quanto un raggio del sole.

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Uno dei maestri all’Accademia diceva, “Chi troppo in alto vorrebbe afferrare, nulla stringe.” Non credo che parlasse di tirare giù lattine di fagioli dagli scaffali alti al supermercato. Uno dei suoi studenti sistemava il cavalletto così in alto che doveva legare la matita a un lungo bastone per poter disegnare dal nudo. Va bene, ero io.

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matthew licht