A Hotel of Night
You have arrived in a city where nothing can be taken for granted.
The locomotives whine their last electric breaths, the train station shuts down. In the square just beyond, the streetlights seem to have gone on strike.
There is no traffic. No signal for your communication apparatus. Its luminescent rectangle fades to black.
The hotel isn’t far from the unconscious railway terminus. Its neon sign is a silhouette barely legible against the low twilight cloud cover. You push the automatic rotating door like a slave.
The air in the lobby is only slightly warmer than it is outside. There’s a smell of dust, leather and wool. Someone might’ve smoked a cigar on the sofa by the extinct television set a long time ago. All the ashtrays have since been removed.
The shadow behind the reception desk might be male or female. A moonbeam glints in reflection off a pair of eyeglasses. The shadow speaks.
You answer.
A dark hand slidea a key across the counter.
The elevator is paralyzed. Take the stairs. Your bag’s empty, anyway. It’s dark in the stairwell, and there’s a smell of rust and shoe polish.
It’s quiet in your room. Take your rest. Take it all the way.
***
Un albergo di notte
Sei arrivato/a in una città dove nulla è scontato.
Le locomotive uggiolano i loro ultimi respiri, la stazione si spegne. Nel piazzale subito fuori, i lampioni fanno sciopero.
Non c’è traffico, né segnale per il tuo dispositivo delle comunicazioni. Il piccolo rettangolo luminoso dissolve al nero.
L’hotel non è lontano dalla stazione inconscia. La sua insegna al neon è una sagoma oscura, appena leggibile contro la nuvolaglia bassa del crepuscolo. Spingi la porta girevole automatica come uno schiavo.
L’aria nella hall è leggermente più pesante di quella fuori. C’è odore di polvere, cuoio e lana. Qualcuno tempo fa si sarà fumato un sigaro stando seduto sul divano accanto al televisore estinto. I posacenere sono stati rimossi.
L’ombra dietro il banco della reception potrebbe essere maschio o femmina. Un raggio di luna riflette da un paio di occhiali. L’ombra è provvista di parola.
Le rispondi.
Una mano oscura fa scivolare una chiave sul banco.
L’ascensore è morto. Prendi le scale. Tanto la tua borsa è vuota. Nella tromba delle scale c’è buio, e odore di ruggine e lustro per scarpe.
Nella tua stanza c’è quiete. Qui ti potrai riposare fino in fondo.