Mr Pfister and Sister Clyster

Some guests come to hotels to die, whether by choice, by accident or just because that’s when their jig was up. Others check in for an anonymous good or bad time. It’s hard to say which category of guest makes a bigger mess of a hotel room.

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The other night a couple walked in off the street and loaded the lobby’s atmosphere with patchouli. He looked like a commissar from an old East German TV show. She looked like the Leather Nun from Z*P! Comix. 

“We’d like a room that’s quiet,” he said. 

“With bidet,” she said. She pronounced the word bid-ette, as though she were at an all-girl auction.

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“Certainly,” the Night Porter said, and scanned the register. Bingo! Suite 1690 was vacant. On a high floor, away from the elevator banks, with bidet and mirrors galore. But there was more: “You’re in luck: complimentary adult entertainment this evening.”

“Swell,” the man in the gray raincoat and fedora said. “Do you have room service?”

“No, sir. Sorry.”

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The man had on orange rubber gloves. He reached into his pants’ pocket, withdrew a large denomination banknote and tore it in half, sideways. He set the bottom part on the reception counter. “In that case, run out into the night and see if you can come up with a tub of bargain mayonnaise and a case of Ster-O-Lax.”

The leather Be Right Back! sign nearly broke the sound barrier.

There were no complaints from other guests that evening.

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The next morning the chambermaid knocked, then used her passkey to enter a 3D Smell-O-Vision symphony of brown, yellow, red and white. Her screams brought other guests from their rooms. They came running, then they screamed too.

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The Night Porter, when questioned first by Management and then the Police, neglected to mention his midnight shopping spree. The other half of the mystery banknote in his pocket had vanished, like the messy guests, into the darkness outside the Kranepool. 

***

Mistero clistero

Alcuni ospiti vengono in albergo per morire, chi per scelta, chi per disgrazia, chi perché gli era giunta l’ora. Altri vogliono divertirsi, nel bene e nel male. Difficile dire quale categoria di ospite faccia più casino nelle stanze.

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Una sera entrò una coppia che riempì l’aria della hall con un lezzo di patchouli. Lui era conciato da commissario in una vecchia serie della tivù dell’ex-Germania est, lei da suora feticista del cuoio.

“Gradiremmo una stanza silenziosa,” disse lui.

“Col bidet,” disse lei, pronunciando male la parola.

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“Certo,” disse il portiere di notte, e guardò il registro. Era libera la Suite 1690. Perfetto: su un piano alto, lontana dall’ascensore, con bidet e tanti specchi. Ma c’era di più: “Siete fortunati. Stasera in quella stanza potete anche visionare gratis l’intrattenimento per soli adulti .”

“Fantastico,” disse l’uomo nell’impermeabile grigio. “Fate servizio in camera?”

“Spiacente, signore.”

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L’uomo portava pesanti guanti arancioni di lattice di gomma. Trasse di tasca una banconota di grossa taglia e la strappò in due lateralmente. Mise la parte di sotto sul banco della reception. “Fai una corsa e vedi se riesci a trovare un barile di maionese no-logo e una cassa di Ster-O-Lax.”

La targhetta di pelle Torno Subito! ruppe la barriera del suono.

Non ci furono lamentele da parte degli altri ospiti quella notte.

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La mattina dopo una cameriera bussò, entrò e si trovo in una tridimensionale sinfonia odorosa di marrone, rosso, giallo e bianco. Le sue grida fecero accorrere gli ospiti nelle stanze attigue. Entrarono, videro e urlarono anche loro.

Il portiere di notte venne interrogato da La Gestione e poi dalla polizia. Non fece menzione delle compere che aveva fatto la notte prima, né della mezza banconota che aveva ancora in tasca. L’altra metà, come i caotici ospiti, era svanita nel buio fuori dal Kranepool.

matthew licht